martedì 12 luglio 2011

chiedo scusa

Era tanto che non tornavo qui e sono successe tante cose.... ogni volta che rientro mi sembra di essere diversa e tornano le colpe e anche la vergogna per quanto io possa essere stata stupida e crudele in molte, troppe occasioni...
Non mi piace sapermi umana, non mi piace avere un' anima, una coscienza che si può sporcare, non mi piace avere colpa e non mi piace chiedere scusa, però forse a volte, chiedere scusa, se pur difficile, può anche essere un atto nobile, di crescita...
Scriverlo qui davanti a tutti e davanti in fondo a nessuno è ciò che sento di fare.
Chiedo scusa, perchè so di essere una persona perfida, glaciale, mi piace pungere dove fa male, mi piace ridere e calpestare le debolezze altrui, ma in fondo chi sono io per sentirmi diversa o superiore a voi?
Io che a furia di disprezzare l'imperfezione sono diventata proprio come tutti, anzi come tutte noi.
Anche io ho fame, anche io sono finita ad alzarmi la notte, a camminare nel buio, scalza, sperando che nessuno mi sentisse, con il cuore in gola, in quelle ore che sembrano non esistere, non avere senso, così buie da nasconderti da lei, dal suo occhio vigile. Mi sono fermata davanti al frigo cercando tutto ciò che fosse immediatamente commestibile, gelato, biscotti, affettati, formaggi, cioccolata, pane, qualsiasi cosa è entrata nel mio corpo macchiandomi di una colpa che non posso far altro che estirpare vomitando, tagliandomi, piangendo, pur sapendo benissimo che in realtà l'ho solo nascosta sotto il tappeto come si fa con la polvere, ma c'è, la colpa resta.
Anche io cedo, anche io ho paura.
Ho paura della gente, del loro parere, ho paura dei sentimenti, dell'abbandono, anche io sono debole.
ANCHE IO SONO UMANA.
Mi fa male tutto questo, mi vergogno e cerco di coprirmi con una personalità che sembra impenetrabile, ma non lo è, qualsiasi roccia viene prima o poi scalfita col tempo, compresa me.
Tutto ciò che ho detto lo pensavo davvero, non ho intenzione di diventare un'ipocrita, ma mi scuso per aver pensato di essere diversa da voi e per avervi condannate per i vostri errori.
Ora cercherò di ripercorre questi giorni di assenza da qui...
C'è stata la festa per la maturità, sono uscita con un bel 97, non mi sembra vero, lo apprezzo ma mi dispiace per quei tre punti che mi dividono dal 100, cmq nella mia classe sono stata l'unica a uscire con quel punteggio.
Alla festa avvenuta in casa mia, non ho toccato ne cibo ne alcol, ho assecondato mia madre, ho indossato un vestito fine, dai colori chiari, ho messo i capelli in ordine, il trucco attento ma leggero. Sembravo una sagoma fra le tante "ragazze a modo" del mio universo.
Sono stata accanto a lui, che mi ha stretto la mano rassicurandomi in quell'imbarazzo assurdo che ho provato quando mia madre con la sua vocetta garbata e al contempo stridula ha proposto un brindisi a me e al mio 97.
So che ne è davvero fiera, ma so anche che il motivo per cui lo è, non è l'intelligenza di sua figlia, quello che potrebbe significare per il suo futuro, no, lo è per la bellissima figura che fa davanti ai suoi amici, perchè di me non deve sempre vergognarsi, ogni tanto può vantarsene, come può vantarsi del fatto che mi sto iscrivendo a giurisprudenza, come voleva lei e come voleva mio padre....
Andrò a studiare in un'altra città, penso che per mia madre sia meglio così, preferisce non vedere ciò che accade, così da poter rendersi estranea ai fatti senza colpe.
Durante la festa ho comunque notato il suo essere turbata per qualcosa che non capivo, quando finalmente tutti gli ospiti, compreso Lui se ne sono andati lasciando una sala consumata, occupata dalla cameriera che metodicamente rimetteva in ordine, io e mia madre ci siamo incontrate sul terrazzo, dove ho scoperto il motivo del suo turbamento.
Stavo fumando una sigaretta, mi ero finalmente sciolta i capelli e coperta con un felpone, mi ha raggiunta e mi ha detto - Deva, vorrei chiederti una cosa? -.
- Cosa? - ho domandato io.
- Io sono molto fiera dei tuoi risultati eh, lo so che sei una che si impegna, non solo nello studio, anche quando ti alleni, ci metti tanta carica... -.
La interrompo - Che c'è mamma? -.
- Non è che per caso fai uso di stupefacenti? -.
Rido.
- Perchè? -.
A lei non viene da ridere - Beh sei magrissima, non mangi nulla, ma hai un sacco di energia e oggi una mia amica, alla festa , mi ha messo questo dubbio -.
- No - rispondo semplicemente.
Annuisce.
Sta per andarsene, mi volta le spalle, poi si gira di nuovo verso di me, ha il viso bagnato di lacrime, le cola il trucco.
- Deva ti prego aiutami -.
La guardo glaciale, perplessa, non so cosa fare. Lei è li, immobile, di fronte a me, scossa solo dal tremore del pianto e sembra una bambina mentre si copre con entrambe le mani il viso. Singhiozza spezzando le frasi - Non so come fare con te... so che ho sbagliato tutto ... ti vedo cosi e non so come fermare questa corsa verso la morte... non so come.... - singhiozza ancora e poi il pianto esplode mentre dice - farti felice -.
Sembriamo incapaci di avvicinarci l'una all'altra.
Mi sforzo di alzarmi, le vado incontro, ma senza avvicinarmi troppo, non so cosa dire, nè cosa fare, lei mi afferra, come se avesse paura che a pensarci troppo perdesse il coraggio e mi abbraccia, resto impalata, lascio che lei mi stringa, senza ricambiare, senza respingerla, ascolto i suoi singhiozzi, le sue lacrime mi scaldano la spalla inumidendo la stoffa della felpa, ho gli occhi spalancati.
Finalmente riesco a parlare - Non devi fare niente, io sto bene -.
Si allontana, mi fa una carezza e poi va a chiudersi nella sua stanza.
Io torno a guardare fuori dal balcone e mi sento vuota, triste...
Penso che non ho ancora detto a Lui che me ne andrò a studiare lontano, che non credo alle storie a distanza e che deve... finire...
Sento una fitta allo stomaco, guardo verso il basso e sento il desiderio di sporgermi e di cadere giù.
Mi levo le scarpe, mi arrampico al davanzale del balcone, mi tremano le gambe, un po' per l'adrenalina, un po' per il contatto dei piedi nudi con il marmo. Con le mani mi tengo alla ringhiera laterale del balcone. Guardo sotto di me, basterebbe un attimo per scivolare, cadere e morire.
In fondo non mi tiene più nulla qui, quando perderò anche lui che rimarrà di me?
Sento l'aria spingermi e poi una vocina timida dietro di me chiamarmi.
- Signorina -.
Spaventata perdo di vista il fondo, mi volto e guardo verso la voce, è la cameriera, ha gli occhi velati di paura, mi porge la mano che le trema.
- Signorina scenda da li, è pericoloso -.
E' così dolce mentre lo dice, sembra quasi non si fosse accorta di quello che stavo per fare, sembra il suo, un semplice avviso, come si fa ai bambini che casualmente si sporgono troppo dalla finestra.
Le afferro la mano e con molta cautela mi ritrovo al sicuro.
Mi porta in camera, mi rimbocca le coperte e lascia che io mi addormenti... almeno credo... finchè ero sveglia l'ho sentita vicina.
Nei giorni successivi ho evitato di vedere Lui, ho evitato di vedere mia madre ed ho evitato di vedere anche la cameriera.
Mi sono chiusa in camera, dove ho passato almeno tre giorni di solo studio alternato allo sport, per poi la notte ingozzarmi come un porco.
Poi l'ho visto.
Abbiamo invitato anche i suoi amici nella mia casa al mare, sono stati venerdi e sabato fino a sera poi sono ripartiti.
In quei due giorni non ho mangiato nulla e ho patito l'imbarazzo dei loro occhi sul mio corpo cosi ossuto, in costume le mie costole sono totalmente esposte, come la mia spina dorsale, la conca sulla pancia, le ossa del bacino, le anche, le gambe gracili, le scapole...
I commenti ci sono stati ovviamente, ho cercato di dire che era costituzione, ma tutti i miei pasti saltati si sono notati comunque.
Sabato sera sono ripartiti tutti e io e lui siamo rimasti soli, per un po' nn ho voluto dirgli nulla, cosi ci siamo goduti la domenica.
Ma di sera dopo aver fatto l'amore, mi è venuto da piangere e allora ho svuotato il sacco.
- Non ci vedremo più, devo andare a studiare lontano -.
Gli ho spiegato dell'università, dell'appartamento che prenderò li e del fatto che tornerò solo nelle feste.
Anche lui aveva gli occhi lucidi - Io non voglio perderti Deva, possiamo stare insieme a distanza, possiamo vederci nei fine settimana, posso trovarmi un lavoro li, non lo so, cazzo, non voglio che te ne vai, ma perchè proprio li cazzo -.
Rispondo a quella domanda anche se so che nn cambierà le cose - Perchè i miei hanno conoscenze, dicono che è l'università per me e poi credo che mi vogliano lontana, mi voglio allontanare anche io -.
- Da me? - chiede.
- No, da te no, ma non posso farci nulla, ormai è deciso -.
Lo vedo alzarsi, dare un pugno al muro, imprecare qualcosa tra i denti, vestirsi e uscire di casa.
Lo aspetto tutta la notte sveglia, impalata davanti alla tv che non guardo, raggomitolata sul divano.
Alle 4 del mattino torna, non diciamo nulla, si siede accanto a me, ha gli occhi rossi, mi abbraccia e fingiamo entrambi di dormire fino alle 8, quando ci alziamo, entrambi senza voglia di fare colazione, Lui prepara le sue cose, deve tornare a casa per lavorare, mi abbraccia, mi bacia, mi chiede se voglio tornare anche io, cosi possiamo vederci in settimana, gli dico di no, che prima voglio stare un po' sola.
- Beh se torni prima ci vediamo, se no vengo io nel week end -.
Annuisco, lo bacio ancora sulla soglia della porta e poi lo vedo andare via.
Sono ancora qui, ogni sera mi dico - Domani torno a casa - e poi a casa non ci torno.
La mattina corro un po' in spiaggia, poi faccio una passeggiata per il paesino priva di soldi se non quelli necessari per fare la spesa, poi mi dirigo in biblioteca e prendo libri di economia e diritto e legge e studio, li divoro per passare il tempo, per non pensare a niente.
Ho appena chiamato una rosticceria qui vicino, ho ordinato un pollo allo spiedo con patatine fritte, un trancio di pizza al formaggio, una porzione di lasagne e una vaschetta di gelato buon appetito a me
deva

19 commenti:

  1. Ciao Deva, mi fa piacere che tu ti sia scusata per la risposta che mi avevi dato (e forse anche per altre risposte).
    Nei miei confronti non ce n'era bisogno ma ho apprezzato molto le tue parole, insieme a quest'ultimo racconto appena letto, nel quale ho riconosciuto la mia madre nella tua.
    Genitori non si nasce ma s'impara piano piano,
    c'è chi impara, c'è chi impara poco e c'è chi proprio non sa come fare.
    Se ti fa piacere, ti lascio ancora il mio contatto msn che è arte.lsb@live.com
    Stay strong, un ossuto abbraccio tra due principesse senza regno ;) A presto, Simy

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  2. non uso quasi mai msn, ma in caso ti scrivo ...
    Deva

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  3. L'indirizzo di msn è utilizzabile anche come indirizzo di posta elettronica.
    S.

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  4. E' quasi commovente vedere come i genitori di persone con DCA vogliano sempre che i propri figli facciano giurisprudenza. Credo sia un modo, per loro, di mettere ordine e affidarsi a regole cieche, per guardare altrove. Seguire il manuale senza fermarsi a vedere cosa c'è davvero che non va.
    Io non vengo da una famiglia benestante (tutt'altro) e ho dovuto lavorare 60 ore a settimana per 3 anni per pagarmi interamente gli studi (in specialistica, qualcuno - l'Università, mica i miei - ha creduto in me e mi ha dato una borsa di studio completa).
    Comunque. Anche i miei volevano facessi(-mo, io e mia sorella) giurisprudenza. Ho uno zio avvocato quindi blabla. Mio padre, addirittura, si offrì di pagarmi interamente gli studi, in caso avessi accettato.
    Ho scelto (due volte, visto che ho perso il primo anno per depressione) antropologia (capirai quanto sarà ricca la mia famiglia in futuro!). E solo per antropologia mi sono spaccata il culo tutti questi anni e ho fatto rinunce che i miei colleghi, i miei amici e la mia famiglia non hanno mai capito.
    Considerata l'età, posso considerarmi discretamente "brava" - pubblicazioni, dottorato, conferenze etc etc. Ovvio, a me sembra di essere anni luce da quello che vorrei, ma dall'esterno è questa l'impressione che do.


    Il mio punto è, Deva: tu che vuoi fare?

    Amina.

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  5. la prima risposta, immediata, che mi è venuta in mente, è stata morire...
    Se dovessi riflettere su cosa voglio fare, beh sinceramente non ne ho idea, ho sempre fatto quello che volevano loro... forse...ecco vorrei smettere di studiare e cominciare a vedere il mondo... ma poi? poi dove vado? chi divento?
    Amo scrivere, ma anche questo è un progetto vagabondo...
    eseguirò gli ordini

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  6. Ciao Deva, non so se ti ricordi di me: sono Kimberly, la ragazzina di 15 anni col cancro, a cui avevi detto di essere una sciocchina che vede il mondo "alla Mulino Bianco". Ho letto questo post tutto d'un fiato, non sai quanto ho pianto, davvero. Trovo meraviglioso il fatto che tu sia riuscita a scusarti, e anche che tu abbia riconosciuto di essere umana come tutti quanti (tranquilla, la tua non è ipocrisia, ma una presa di coscienza!). Perchè non c'è niente di male, sai? Non c'è proprio niente di male ad ammettere di aver sbagliato, di aver seguito cose vane, di non essere indistruttibili, di piangere e avere fame e soffrire. Non c'è niente di male, siamo umani, tutti diversi ma in fondo tutti uguali.
    Sei una ragazza intelligente (complimenti per il 97!), hai le potenzialità per fare/diventare tutto quello che vuoi. Finora hai mostrato di essere forte ed invincibile, in realtà io sono convinta che tu sia molto sensibile. Ed essere sensibili è meraviglioso, non vuol dire essere deboli. Il fatto è, secondo me, che si può essere forti senza ferire gli altri o deriderli, ma prendendo atto del fatto che nessuno è impeccabile. E sai una cosa? Tu non vuoi "sporcarti". Be', ti assicuro che finchè avrai buoni sentimenti e ti mostrerai per quello che sei veramente, non sarai mai "sporca", indipendentemente da quel che mangi o non mangi. Davvero. Qui in ospedale ho conosciuto tante persone sofferenti, ognuna con una storia diversa, tutte segnate dal dolore o dagli sbagli compiuti in una vita trascorsa a rincorrere l'impossibile. Mentre aspetto in queste corsie bianche, parlo con la gente. Ascolto, consolo per quel che posso, asciugo lacrime. Perchè io sto male, sì, sono malata, ma questo non vuol dire che esisto solo io, anzi. E' proprio il male che ti da' la forza. Deva, perchè non impieghi il tuo tempo con il volontariato? Non sai quanti bambini malati vorrebbero che qualcuno raccontasse loro una favola, o quanti anziani bisognosi ci siano. Hai un cuore grande, che troppe volte si è chiuso per paura di spezzarsi, fallo vedere agli altri. Dici che leggi per non pensare a niente. Quando ti dedichi agli altri smetti di pensare a tutto, esistono solo loro e tu che stai facendo qualcosa di bello, di speciale. Prova a pensarci.
    Scusa per il commento chilometrico, spero di non averti annoiata.
    In bocca al lupo per tutto. Ti mando un abbraccio, ma solo se lo vuoi :)
    Kimberly

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  7. Kimberly, si di te mi ricordo, sai io mi sn scusata per i modi ma ho detto che certe cose le penso cmq, per esempio trovo patetiche le ciccione che mangiano sempre e si lamentano di essere grasse, si lamentano ma poi non sono disposte a fare nulla per cambiare. Per esempio penso davvero che se una guarisce dall'anoressia non passa il suo tempo in blog pro-ana, anche perchè nn credo esista la guarigione da questa malattia, ma soprattutto rimango convinta del fatto che seppur al mondo esistano persone come te che vorrebbero la vita e invece casualmente si ritrovano a combattere con la morte, le altre non sono obbligate ad apprezzare la vita e a tenersela stretta, tanto in ogni caso a voi nn cambia nulla, sarebbe molto bello poter cedere la propria salute indesiderata a qualcuno che la merita e la vuole, qualcuno come te, ma non è possibile.
    Non trascorrerò il mio tempo in mezzo a tanti sventurati, perchè non saprei dirgli nulla che possa tirarli su, resto dalla parte della verità e consolare richiede ipocrisia, stare vicino ai bambini richiede fantasia, e io non ho niente della volontaria utile.
    Grazie per l'abbraccio, lo accetto.
    Deva

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  8. Oh cara, anch'io vorrei morire, tutti i giorni. Pensa, addirittura il mio metabolismo non funziona più e mi ritrovo con una testa da anoressica in un corpo da obesa (e qui probabilmente sancisco la fine delle tue risposte ai miei commenti). Non ho nessun Lui che capisca, accetti ed ami le mie debolezze (ovviamente, nella mia testolina, è assolutamente *naturale* che questo Lui di turno non stia vicino ad un sacco d'escrementi come me). Vivo sentendomi costantemente in colpa per i soldi spesi dai miei e per le speranze che in qualche modo ancora ripongono in me (mia madre, 64 anni suonati, si sveglia ancora tutte le mattine alle 4 per andare a lavorare in un bar).
    Poi però penso che, cazzo, ho 24 ore al giorno esattamente come Einstein, Gandhi e Proust, e che potrei effettivamente farne un uso migliore.

    Visto che - perdona la franchezza - sembra tu te lo possa permettere, perché non ti prendi un anno sabbatico e non ti metti un po' a girare per le varie lezioni che puoi trovare in un ateneo? Per trovare qualcosa che ti appassioni, intendo dire. Basare la tua vita sugli direttive altrui(seguendole o disobbedendovi) non mi sembra abbia dato grandi frutti in tema di felicità personale (correggimi pure), quindi perché non provare un'alternativa? Che hai da perdere? Il mondo dell'università ti darà la possibilità di scoprire che ad ogni tua azione corrisponde *effettivamente* (e spesso immediatamente) una conseguente reazione. Ora, se da una parte questo significa riconoscere le proprie responsabilità (croce), dall'altra di permetterà di scoprire QUANTO puoi effettivamente fare/cambiare nella tua e nelle altrui vite (delizia!). Realizzare questo potenziale (che quasi chiamerei super-potere) è stato per me una vera e propria epifania.
    Quando penso di voler morire (e ci sono andata un sacco, un sacco vicino) una vocina nella mia testa risponde "oh, ma perché? Se il mondo è pieno di stronzi perché dargli sta soddisfazione invece di farli rodere per la mia sola presenza?". Funziona, funziona. In fondo, sesso, rabbia e vendetta sono i motori del mondo.

    Amina.

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  9. Amina ho semplicemente paura, non ho mai deciso e non so se sarei in grado di farlo adesso... Mi è piombata l'idea in testa di scappare di casa, di partire e iniziare a scegliere io...ma poi mi prende il panico e lascio perdere...
    Sei obesa? Beh puoi smettere di esserlo, posso aiutarti io oppure forse è meglio che ti rivolgi a Rox, lei di diete ne sa più di me http://proxanaperfection.blogspot.com/ è una mia amica pro ana, beh amica non esageriamo, diciamo che ci sentiamo ogni tanto.
    Puoi essere ciò che vuoi, finche sarai obesa e perchè non vuoi davvero essere diversa.
    Cmq non scusarti per la franchezza non è un difetto.
    Deva

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  10. - "Sei obesa? Beh puoi smettere di esserlo* [..]"

    - Sei spaventata? Beh, puoi smettere di esserlo.

    La differenza tra scappare di casa e prendere un anno sabbatico sta nel fatto che nel primo caso staresti, come dire, con le pezze al culo, mentre nel secondo no. Non fare come Simone Weil che si mise a digiunare per solidarietà agli operai soviet durante gli anni '20 (secondo la mia prof comunista. In realtà Simone era anoressica con problemi di identità di genere, ed ogni scusa era buona per saltare un pasto. Ma comunque).

    Decidere è semplice, giuro. Le prime volte può sembrare di una difficoltà insormontabile, ma non lo è - e da dipendenza!

    Compiti per casa (per entrambe): decidere. Io m'imbarco nella mia ultima navigata di crociera (il mio metabolismo paga il prezzo di anni di dca, ogni tentativo, se fallito, peggiorerà le cose), e tu decidi cosa fare della tua anoressia. Può essere un valido strumento, un'arma o una splendida bacheca di vetro dalla quale non puoi uscire. Sta a te. Le persone che ti sono accanto perché ti vedono "fragile" (i.e. magra) sono persone deboli, molto deboli, che hanno bisogno di qualcuno di cui "prendersi cura" per darsi un senso. Chi è conquistato da quella fragilità è un povero che cerca un mendicante per sentirsi ricco - e tu sei l'unica cui dovrai render conto, un giorno (e questo non è un inno al grasso ma al prendere in mano la propria vita a 360°, il peso viene - bestemmia! - dopo).

    Vero, la franchezza non è un difetto, ma ho la presunzione di poter esprimere uno stesso concetto in almeno 20 modi diversi. A volte non è quello che si dice ma il "come" a fare la differenza.

    Amina

    *La freschezza di quest'espressione è disarmante :)

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  11. Amina a me a vere paura e difendermi mi fa stare almeno decentemente se nn bene ma a te la tua obesità come ti fa stare?
    io cmq non ho nessuna intenzione di prendere decisioni diverse dal previsto, tanto non saprei che altro fare, cerco di concentrarmi sui lati positivi di questa situazione, sarò lontana in una città dove nessuno mi conosce, vivrò da sola, libera di autodistruggermi e non dovrò tenere conto a nessuno di ciò che faccio.
    Ormai è troppo tardi per fare qualsiasi cosa, i miei mi hanno già trovato un appartamento, la domanda è stata mandata per pura burocrazia, sappiamo tutti che mi hanno già presa.
    L'unica persona che mi è accanto è il mio ragazzo e lui non è un povero che ha bisogno di me per sentirsi ricco ok? Lui è la persona più nobile che conosca.

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  12. OOoooOOoh quante idiozie messe insieme.
    Neanche io potrei crederci...
    Stai chiedendo scusa a noi? A? Noi?
    Ma chi ci crede. Stai chiedendo scusa a Lui (Fabio?) per averlo lasciato, a lui non puoi per stupido orgoglio, e allora lo fai con noi.
    Siamo....come potrei dire... prove tecniche di trasmissione?
    Se posso permettermi di dirlo, torna da lui, non importa come...non hai altro, lo ammetti tu stessa.
    Deb

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  13. "Amina a me a vere paura e difendermi mi fa stare almeno decentemente se nn bene ma a te la tua obesità come ti fa stare?"

    Per la serie "la miglior strategia è l'attacco".

    Deva, ho circa 10 anni più di te e qualcosa come 20 anni di dca alle spalle, una sorella maggiore (anoressica, un grande esempio) che ha abusato di me psicologicamente e fisicamente (si parla di punti) fino a che ho compiuto 23 anni per sfogare tutto ciò che tu provi per te stessa e per il mondo su un corpo che non fosse il suo.
    Ci vorrà un po' più d'impegno per farmi male :)

    Io posso dimagrire, Deva. E posso dimagrire perché lo voglio. Allo stesso tempo però, sono arrivata al punto da distinguere quando io ho controllo su qualcosa (obesità inclusa, ma questo è un discorso che rimando a tempi migliori) e quando invece quel qualcosa ha controllo su di me. Sei a questo punto? Pensi di avere un tale controllo su te stessa? Se è così efficace, questo controllo, perché segui direttive altrui?
    Perché credi che alle famiglie facciano comodo, in fin dei conti, le figlie anoressiche? Perché li fanno sentire indispensabili (e qui: non mi riferivo al tuo ragazzo, ma è interessante che sia la prima persona cui hai pensato).
    Se tu fossi effettivamente indipendente, loro non avrebbero problemi cui badare (niente fumo negli occhi, niente scuse) e si ritroverebbero concentrati su loro stessi - sui loro errori, sulle loro responsabilità. Il dca ti permette di fare questo - focalizzarti altrove e lasciarti vivere.
    (Churchill diceva che la democrazia si fa in due - quando uno dei due è malato)
    Però c'è un aspetto positivo nei dca (e nessuno se ne accorge): ti disciplina, ti da determinazione, t'insegna ad essere paziente. Se queste qualità venissero applicate *anche* ad altro, si potrebbe parlare di scelta di vita, di essenza, attitudine, decisione. Qui si parla solo di malattia, e ai malati non crede mai nessuno.

    A.

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  14. ma guarda che io non ti volevo fare male, semplicemente non riesco a immaginare una vita serena su un corpo enorme, non riuscirei più a vivere nemmeno con 50 kg figurati con quanti puoi averne tu, se sai di potercela fare perchè rimandare? Rimandare perme vuol dire non voler fare e non lo capisco, davvero non lo capisco.
    Io non ho il controllo proprio su niente ormai, controllo l'apparenza, so ordinare i compiti che devo fare e li eseguo, senza rimandare, se devo studiare studio, se devo digiunare digiuno, se devo correre corro,poi però dopo troppo studio ho mal di testa e dopo troppa dieta ho fame, nel primo caso dormo o prendo un'aspirina, nel secondo caso dormo oppure perdo il controllo e penso di decidere di mangiare, ma decido sul momento e io non sono una che decide sul momento io programmo.
    Sono sempre stata disciplinata, a parte in certe occasioni dove la mia ribellione è uscita forte è ha scaraventato tutto, in quei casi mi abbuffo, in quei casi mi ubriaco, in quei casi mi faccio un piercing un tatuaggio uno stile che imbarazzi il mio mondo raffinato.
    Oggi la mia ribellione è tornata ancora più forte e ho deciso cosa fare.
    Mi sembra che tra un commento e l'atro che io e te proprio non ci capiamo.
    Deva

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  15. Ci vuole tempo e volontà per capire le persone. Finora, non posso proprio lamentarmi :)
    Quello che intendevo è che io non sto rimandando. Se posso farlo io puoi farlo anche tu, no?
    (la mia definizione di "obesa" è mia, appunto, "nostra". Secondo la società sono tranquillamente normopeso. Ma questo è per dare un'idea, non per cambiare le mie intenzioni)

    Ora, se disciplinassi la ribellione e prendessi in mano la tua vita su tutti i fronti?

    Io ho deciso di (ri-)dimagrire adesso perché mi trovo in un luogo in cui più sei grasso, più sei sessualmente appetibile, e questo mi fa schifo. In Europa, essere grassi vuol dire essere repellenti. Quella è stata la mia ribellione. Spingere tutto il mondo fuori, portarlo a non guardarmi al di sotto del collo, costringerlo ad ascoltare quello che avevo da dire. Non accettare chi mi diceva che "per essere bella" dovevo truccarmi o vestirmi in modo "femminile", perché questo mi ha sempre fatta sentire un clown o, peggio, un animale da vetrina.

    Questo può risultare difficile da capire per te come tu risulti difficile da capire per gli "altri". E' sempre una questione di prospettive :)

    PS: come ti sei sentita dopo il bacio saffico? Sopraffatta, forte, confusa&felice..?

    A.

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  16. mi ricordi tanto una persona che conosco...

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  17. Sei troppo dura con tua madre, non è essere forti quello che fai ma essere egoisti, immaturi e cattivi. Sai pensare solo a te stessa
    Mi fa tanta pena la tua mamma (ah, e non dico che sia perfetta, che sia brava, che non sbagli mai, eh...però...)

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