martedì 19 febbraio 2013

Dopo tanta assenza me l'aspettavo un po' di solitudine 
La solitudine è la dieta dell'anima. 
Beh certamente la mia vita è una dieta in tutti i sensi, sono a dieta da cibo e da amore. Mi abbuffo di sesso
 con il mio amatore, viene nel mio appartamento e scopiamo, sfrutta il mio corpo o almeno questo è quello 
che crede. Per me è solo un modo diverso di bruciare calorie. Mi muovo come un ossessa sopra di lui, 
peccato che a volte tanta decisione da parte mia lo faccia venire subito. 
Oggi abbiamo dormito addirittura insieme, per un attimo nel sonno ho pensato che ci fosse Lui con me, così ho 
messo pressione nel mio abbraccio, mentre stavo poggiata sul petto dell'Amatore. 
Me ne sono accorta e allora mi sono girata dall'altra parte. 
Avevo freddo, ma non volevo mi scaldasse l'Amatore, non deve prendersi cura di me, così mi sono vestita 
e imbacuccata per bene, nascondendomi nel mio piumone. 
Pensavo dormisse e invece il mio movimento forse lo aveva svegliato, perchè nel silenzio l'ho sentito dire 
- Deva si schiuma qua dentro -. 
Effettivamente tengo i riscaldamenti di casa almeno a 22 gradi. 
Ho solo risposto - Ho freddo -.
- Lo credo bene, guarda come sei - ha commentato. 
- Stasera mia moglie non c'è, posso restare qui? Ci ordiniamo una pizza - ha proposto. 
Una pizza? Sarà mica impazzito? Cosa vuole? Mangiare a casa mia? Far entrare cibo in casa mia? 
- No scusa, ma stasera viene una mia amica - ho improvvisato. 
Ha taciuto pentito di quella proposta così invasiva, forse intima e poco dopo è andato via. 
In realtà di cibo in casa mia ne entra parecchio. 
Ma dobbiamo tornare un po' indietro. 
Sei mesi fa ho detto a mia madre che volevo andar via da quella casa, che mi faceva soffrire per via 
di mio padre e che finchè continuavo a pensare a lui non mi sarei liberata nemmeno della mia 
malattia. Le ho detto che volevo un'appartamento per me. 
Ha venduto la casa dove andavo sempre per isolarmi, mi è dispiaciuto molto, ma in compenso 
mi ha preso questa casa. 
Ma c'erano dei patti. Ovviamente la Regina non si fidava della sua Principessa Bugiarda, pertanto mi ha 
detto che voleva che le dimostrassi che avevo ripreso a mangiare, che la mia spesa non sarebbe stata 
solo di verdurine tofu e cereali integrali. 
Mi ha detto che sarebbe passata ogni tanto da casa mia a controllare. 
Quell'ogni tanto vuol dire esattamente una volta a settimana, la domenica, per fortuna non tutte visto 
che a volte si assenta. Ma io devo dimostrarle che ho del cibo a casa, cibo "vero", lo definisce tale. 
Allora il sabato vado a fare la spesa. 
Mi dirigo al supermercato e compro pasta, pane, sughi, formaggi, carne, poi per dimostrarmi
 un'adolescente non troppo brava ai fornelli compro cose surgelate come bastoncini di pesce, 
pizza, sofficini, ma anche verdure.
Compro anche dei biscotti, marmellate, nutella, merendine. 
Quando arrivo a casa comincio ad aprire le cose, come se le avessi consumate, le cose nei barattoli 
sono costretta a buttarle via e a lasciare i contenitori pieni per metà, come se fossero state usate. 
Invece la pasta, ne prendo un po' e la metto in dei sacchetti di plastica, giusto per far vedere le scatole 
aperte e anche le cose confezionate singolarmente le metto via lasciando nella scatola solo qualche
merendina. 
Poi quando mia madre va via mi libero di questa roba. 
Come? 
Non di certo buttandola, ne mangiandola. 
Molte volte sono rientrata a casa la sera, dopo la palestra, verso le 19,30 e ogni qualvolta vedevo rientrare 
una donna che abita nel mio palazzo. Nello stesso pianerottolo. La vedevo anche quando rientravo presto 
al mattino, solo che lei in quel momento usciva.
E' meridionale, tozza, ho scoperto parlando con lei che non ha un marito, che sta crescendo da sola 
la sua bambina,l'aiuto solo sua madre, ma di certo non economicamente, perchè non potrebbe visto
 che ha una misera pensione,  fa la badante, guadagna poco e fa fatica ad occuparsi della casa e delle
 spese scolastiche. 
Abbiamo iniziato a parlare per volere mio. 
Stavamo entrambe prendendo l'ascensore, così le ho detto che ero nuova del palazzo e che se voleva 
poteva prendere un caffè da me ogni tanto, per farmi compagnia. 
Ho scoperto così un po' della sua vita che già avevo intuito. 
Una sera dopo averla vista rientrare sono andata a casa sua. 
Anche se era stanca e probabilmente non aveva voglia di vedere nessuno mi ha fatta entrare in casa, 
stava preparando cena mentre la bambina guardava Bonolis. 
Mi ha chiesto se volevo rimanere per cena, l'ho ringraziata, ma mi sono rifiutata e le ho detto timidamente 
- Scusami Ada (il nome è di fantasia) io sono venuta qui per proporti una cosa, solo che ho paura che tu 
possa offenderti -. 
Mi ha guardata già offesa ancora prima di sapere cosa volessi dire, credo che la mia premessa l'abbia messa
subito nella condizione di essere offesa. 
E' rimasta comunque gentile - Dimmi Deva -. 
- Mia madre mi rimpizza di cibo, non ha ancora capito che io vivo da sola - scherzo per smussare la tensione
- e io la maggior parte di tutta quella roba non la mangio e alla fine butto via tutto e ogni volta mi piange il 
cuore -. 
Annuisce - Beh sei scheletrica forse qualcosa dovresti mangiarla -. 
Sorrido - Sono sempre stata così, mi piacerebbe avere un corpo come il tuo, tutto curve - mento - ma 
per quanto io mi sforzi sembra proprio che io non possa metter su un po' di carne -. 
Ride anche lei. 
- Ti dispiacerebbe se io portassi a te un po' di tutte quelle cose? - le chiedo. 
Abbassa lo sguardo, poi lo punta su sua figlia, sospira , si volta, mescola qualcosa in pentola. 
- Te lo chiedo per favore Ada, io non voglio umiliarti nè farti la carità -. 
Mi guarda con gli occhi lucidi - Tu chiedi un favore a me? -. 
Sorrido - In realtà te ne chiedo due -. 
Inarca la testa come a dire - Pure? -. 
Io continuo - Non farne parola con lei, si offenderebbe, non farne parola con nessuno -. 
Annuisce - Va bene Deva, grazie di cuore -. 
Mi viene incontro e mi abbraccia. E' incredibile come è morbida, sa proprio di mamma. Mi si riempe il 
cuore di gioia. 
Così da quel giorno, appena mia madre va via la domenica, io preparo le buste con tutto quel cibo e gliele
porto. 
Ci sono solo due problemi di cui non riesco a liberarmi. 
La domenica mia madre vuole che mangiamo insieme e quindi a pranzo mi tocca mangiare normale. 
Un piatto di pasta, anche se piccolo e una bistecca o del pesce. 
Ovviamente lei non va via subito dopo pranzo e io non posso nemmeno vomitare. 
E come se non bastasse la domenica sera devo vedere anche Ada, che se è riuscita ad accettare che io non 
vada mai a pranzo o a cena a casa sua, vuol comunque offrirmi una fetta di torta o un budino, qualsiasi cosa 
fatta con le sue mani. 
Il lunedi mi tocca molto lavoro. 
Però almeno quello spuntino serale riesco a vomitarlo e qualche volta ho finto un mal di pancia e 
molto spesso ho detto di avere un impegno e non mi sono presentata. 
Sono molto affezionata ad Ada, ed anche alla sua bambina Fiona. E' così  carina, ha sei anni ma è sveglia. 
Mi piace stare in camera con lei a giocare. Il suo gioco preferito è vestire le barbie, vuole che io 
le porti dei vestiti nuovi e io allora li faccio fare alla governante di casa di mia madre. Almeno una volta 
al mese gli porto una bambola o un principe nuovo, o un pezzo per la casa di barbie. 
Poi con la carta e i colori costruiamo dei paesaggi e io recito per le delle favole, usando i suoi giochi e 
a lei piace. 
Le piace quando le leggo le storie, le piace quando le spazzolo i capelli. Le voglio bene. 
Mi sento meno sola con Ada e Fiona. E' strano come io cambi da puttana a baby sitter. 
Deva 

lunedì 18 febbraio 2013

L'amatore

Il mio diario alimentare di questi ultimi giorni è composto per lo più di niente.
A colazione sono ripetitiva, un caffè macchiato senza zucchero. A pranzo vario, sempre frutta però, una fetta di ananas o un kiwi o un'arancia.  Poi non mangio più nulla, bevo caffè o te verde.
In compenso faccio molto sesso.
L'ho incontrato a una festa delle solite di mia madre, sembra che debba sempre festeggiare qualcosa, secondo me vuole solo circondarsi di gente per sentirsi meno sola, per sentirsi importante, avere un ruolo almeno nella società visto che nella vita non ce l'ha, non è una madre nè una moglie e forse non è nemmeno una compagna per qualcuno nè un'amica.
Lui era tra tutta quella gente, ma sembrava non esserci, non sembrava attirato nè dall'abito in paillette di sua moglie, ne dalle tartine, nè dallo champagne, nè da tutto il blablabla che usciva da qualsiasi degli altri ospiti.
L'ho tenuto d'occhio, ho notato come ogni tanto si passa una delle sue grandi mani tra i ricci ribelli, come si allenta il nodo della cravatta, come i suoi occhi verdi sembrano guardare tutto e non vedere niente.
Non ero a conoscenza del suo corpo, potevo solo immaginarlo sotto l'abito, potevo solo saperlo alto e asciutto.
Ad un certo punto l'ho visto dirigersi da solo verso il terrazzo, voleva solitudine e io volevo lo stesso. Avevo dolore alle gote a furia di sorridere, e volevo abbandonare il mio bicchiere di champagne, il terzo, ormai vuoto. Mi sono diretta anche io nel terrazzo, l'ho trovato seduto in un angolo, stava fumando. Ho preso il mio pacchetto di sigarette dalla pochette, e ho sfilato una sigaretta, prima che si accorgesse di me gli ho chiesto - Mi fai accendere -.
Ha sussultato accorgendosi della mia presenza e ho sussultato anche io quando ho visto i suoi occhi, così chiari in contrasto con la sua carnagione scura.
Ha preso l'accendino dalla tasca, mi sono seduta accanto a lui, l'ho ringraziato e mi sono messa a guardare il nulla.
- Sei la figlia della padrona di casa? - mi ha chiesto.
- Già..- ho detto quasi sospirando - E tu chi sei? -.
- Mia moglie è amica o collega di tua madre, non so ... -.
Ancora silenzio.
Non ero agitata, ma avevo voglia di lui, di un perfetto sconosciuto, un adulto che venisse a irrompere nella mia monotonia, forse era l'alcol, non lo so, ma volevo far qualcosa per fargli capire le mie intenzioni, non sapevo cosa.
Ho visto il suo bicchiere ancora pieno, chissà perchè se l'era portato dietro, l'ho afferrato senza chiedere il permesso e l'ho svuotato.
Non mi ha detto nulla, mi ha solo scrutata.
- Ti stai divertendo? - ho chiesto.
- No mi annoiano queste cose -.
- Cosa ti diverte? -.
- Altro - ha risposto semplicemente.
Mi sono lasciata andare la schiena indietro, poggiandomi sui palmi delle mani.
- Sai cosa diverte me? -.
Non me lo ha chiesto ma l'ho detto comunque - Mi diverte il sesso -.
La sua attenzione si è fatta più viva, mi ha guardata interrogativo.
- Se vuoi la mia stanza è al piano di sopra - ho detto ancora.
Credo di essere arrossita quando i suoi occhi si sono vagamente spalancati dalla sorpresa, pertanto mi sono alzata e sono andata via.
Ho raggiunto la mia stanza, un po' per nascondermi un po' perchè speravo di sentirlo arrivare.
Mi sono stesa sul letto, mi girava la testa, se anche non mi avesse raggiunta e non avessi fatto sesso, ero comunque riuscita a far qualcosa di diverso in quella serata.
Passo due minuti, poi tre, poi cinque, poi sette, poi... sento movimento nel corridoio, mi alzo dal letto, sollevarmi di botto mi ha provocato un'ennesimo capogiro. Cerco di tornare in me, apro la porta della mia stanza e lo vedo fermo nel corridoio, si guarda intorno, credo fosse dubbioso e al contempo preoccupato di essere scoperto.
Mi raggiunge, gli prendo la mano e lo faccio entrare in camera mia.
Non sapevo cosa aspettarmi, imbarazzo, titubanza forse e invece fa girare la chiave della porta della mia stanza, mi costringe a inginocchiarmi, si slaccia i pantaloni e il suo membro si mostra grande e virile di fronte ai miei occhi, ne sento l'odore, mi afferra la testa e me lo ritrovo in bocca, non ho dubbi su cosa fare, ho il cuore che batte forte, ho un po' paura della sua aggressività, ma mi eccita, tanto vale assecondare.
Succhio il glande con decisione, e spingo la bocca fino in profondità, fino a sentirmi il suo cazzo in gola e i testicoli contro le labbra. Lo sento sospirare, perde appena l'equilibrio, quanto basta per fare mezzo passo indietro e appoggiarsi di spalle alla porta. Mi tira per i capelli staccandomi il viso dal pene, aspetto la sua mossa, mi fa alzare, mi fa ruotare di schiena, mi spinge sul letto, mi piego a novanta e senza preavviso sento arrivare il suo pene dentro di me, prepotente, gonfio, sussulto, emetto un mugolio e lascio che mi sbatta. Mi sento subito bagnata, credo di aver retto poche botte prima di sentirmi venire. Lui invece no ha continuato a sbattermi senza tregua, tirandomi i capelli, sospirando affannosamente, poi si è staccato mi ha detto girati e sono finita sul letto supina a gambe aperte, mi ha leccata, ha risucchiato tutto il mio succo,  si è sdraiato sopra di me, mi ha baciata, per la prima volta, sapeva di me, del mio sesso, ho sbavato non convinta di volermi assaporare, lui ha continuato a muoversi dentro di me, si è staccato ancora, mi ha rimesso in ginocchio, vedevo poco al buio, ma l'ho visto mentre per un breve istante si è toccato, per poi lasciar colare il suo liquido caldo sul viso, l'ho accolto tra le mie labbra e me lo sono lasciata colare addosso, sul vestito nuovo.
Si è allontanato, si è pulito con un fazzoletto lasciato sulla mia scrivania, si è allacciato i pantaloni, ha estratto qualcosa dalla tasca ed è andato via.
Spaesata mi sono ripulita il viso, mi sono guardata allo specchio, avevo una strana espressione, sembrava dir tutto, ma alla fine non ha detto niente.
Sono tornata in camera mia e ho sorriso quando ho visto cosa mi aveva lasciato, il suo biglietto da visita. Ho vomitato l'alcol , ho fatto la doccia e sono andata a dormire senza salutare nessun ospite.
Da allora ci incontriamo spesso per fare sesso, abbiamo anche iniziato a parlare un po' di più.
Mi sento libera, con lui non devo mangiare, a lui non devo spiegare niente di me e lui non deve spiegazioni a me.
Eppure Lui mi manca, a volte vorrei fare l'amore e non sesso. Lui e l'Amatore sono diversi.
Ma Lui non poteva restare nella mia vita.
La principessa Deva si è rattristata

mercoledì 13 febbraio 2013

Sono tornata

Rieccomi bimbe,
agguerrita come sempre, forte come non ero da tempo e non lo sono solo da stasera,
troppo semplice scrivere stasera, se è stasera che sto bene.
Sono stata psicologicamente debole, sono stata plasmata, ma poi sono rientrata sui miei 42 kg. Li ho letti adesso sulla mia bella bilancia.
Non ho mai voluto riprendere a mangiare da maggio, ero a 47 kg e mi odiavo per essere finita in ospedale, per la mia debolezza, anche amare mi rendeva debole.
Ma poi mi sono liberata di tutto, di Lui, di mia madre, anche di mio padre... E' morto, non mi dava nulla quando era in vita e nulla può darmi ora che è morto. L'ho compreso.
Non ho mai smesso di fare la dieta, di fare sport, di non mangiare, ma certo il mio corpo ne ha risentito e ci è voluto parecchio tempo prima che i chili ricominciassero a scendere.
Ma sono scesi e io adesso sono di nuovo me, cuore e mente liberi.
Non so se la regina mi crede o meno, in ogni caso fingiamo che tutto va bene, che io sono sana, che vivo bene nel mio appartamento.
L'anoressia è solo un brutto ricordo, un brutto momento vissuto per causa del lutto... Ahahahah
Sir aspetto i tuoi commenti alle mie menzogne.
Deva