martedì 31 maggio 2011

=)

Per una volta mi va di postare il mio diario alimentare
Colazione : 200 g di latte di soia 98 kcal con 30 g di crusca 64 kcal
Pranzo : 1 scatoletta di simmenthal 43 kcal con 200 g di lattuga 38 kcal
Cena ; non credo che mangerò ma se fosse necessario prenderò delle calore bollite nel brodo 100 g 35 kcal
Il totale sarà di 278 kcal
Parlando dell'allenamento oggi ho fatto:
un'ora di step - 192 kcal
un'ora di cyclet - 202 kcal
un'ora di corsa - 317 kcal
Poi ho fatto mezz'ora tra addominali, pesi ed esercizi di stratching.
Stasera Lui mi porta al cinema, quindi vado a riposarmi un po'

lunedì 30 maggio 2011

Questa guerra contro me stessa non può avere una vincitrice, 
il pensiero di morire è costante, 
mi brucia dentro, 
la notte mi alzo e cerco le lamette, poi torno a letto, 
poi mi rialzo, 
poi mi taglio, 
poi mi affaccio al balcone, 
e penso, penso...
penso alla mia vita vuota, 
a me, 
me 
chi sono?
una ragazza vuota, 
sola, 
ho solo Lui, 
ma non lo merito 
e ho Lei, 
e rischio ogni momento di perderla 
perchè le mie forze cedono
e se la tengo stretta sarà lei a portarmi via
ma è questo che voglio no?
Andare via per sempre
Cosa ci faccio io in questo mondo?
Starebbero tutti meglio
i miei non avrebbero più da vergognarsi
e per gli altri 
sarà meglio
chi piange di fronte alla morte di una vipera 
che funerale ipocrita sarebbe?
Solo lui forse piangerebbe
Lui che mi ama davvero 
e io non so il perchè
forse è masochista anche lui
forse lo faccio sentire utile
non lo so
ma io sono erba cattiva 
e l'erba cattiva 
si dice
non muore MAI

Lui

Non riesco a lasciarlo, non ce la faccio.
Oggi abbiamo avuto un incontro abbastanza straziante, mi fa ancora male la testa.
Ci siamo incontrati fuori dalla palestra.
Lui dolce come sempre mi ha chiesto - Come stai? -.
Io fredda - Bene, tu? -.
Abbiamo iniziato a passeggiare verso il parco.
- Bene, ti sei allenata anche oggi? Lo sai che non devi esagerare, l'ultima volta ...-.
Mi irrito - So badare a me stessa -.
- Non mi sembra - commenta lui, quasi scherzando, mi stringe in vita attirandomi a se - e poi mi piace prendermi cura di te, sei la mia principessa bellissima -.
Abbasso lo sguardo, mi viene da sorridere.
Prova a baciarmi, ma mi scanso - No dai non fare così -.
Lascia la presa su di me - Cosa c'è Deva? -.
Mi porto i capelli dietro l'orecchio, sono nervosa.
- Deve finire tra di noi... c'ho pensato ed è la cosa migliore -, la voce non mi esce convinta quanto vorrei.
Sospira, lo guardo, è bellissimo, è perfetto, anche in quel momento, con il suo sguardo contrariato, la mascella  tesa, le braccia incrociate, il tatuaggio sull'avambraccio teso e muscoloso.
- Perchè? Perchè tutte le volte vuoi scappare -.
Mi mordo le labbra, sempre più nervosa - Non scappo, semplicemente adesso non è il momento per avere una storia -.
- Si certo, devi avere il tempo di distruggerti con le tue mani prima -.
- Io non mi distruggo - replico.
- Ma tu mi ami? - mi chiede.
Ho un tuffo al cuore, non mi dà il tempo di rispondere per fortuna - Tu ami solo lei, Ana, vorrei dire che ami solo te stessa, ma non è cosi, ti odi, ti vuoi fare del male e cacci via tutte le persone che possono amarti dalla tua vita, perchè? -.
Non lo so perchè, non so il perchè di nulla oramai, gli dico - Lasciami stare -.
Voglio andarmene, ma lui mi ferma afferrandomi il braccio - Non merito nemmeno una spiegazione? -.
Scappo e comincio a correre, corro come una furia e non so nemmeno io dove cazzo sto andando, corro, corro senza meta, e sento Lui dietro di me che mi segue, che mi chiama, ma io non lo ascolto, non mi fermo e continuo a correre fino a che non mi reggono le gambe, fino a che non mi ritrovo in un altro parco, mi butto a terra, esausta, i singhiozzi mi bloccano quella poca aria che mi resta.
Si inginocchia anche lui di fronte a me, mi prende il viso tra le mani - Guardami - mi ordina.
Faccio cenno di no con la testa, insiste - Cazzo guardami -.
Lo guardo, ha gli occhi rossi - Lo vuoi capire che io ti amo, che farei qualsiasi cosa per te? Ma non ti posso abbandonare, non me lo puoi chiedere, ti stai uccidendo -.
Prendo un po' d'aria tra un affanno e un singhiozzo - Lo so io cosa è meglio per me - urlo.
Mi afferra l'avambraccio mi alza la manica della felpa scoprendomi i tagli - Questo è meglio per te? -.
Non rispondo.
Mi accarezza il viso - Tu hai bisogno di aiuto e non basto io, ma servo anche io, fatti aiutare ti prego -.
Non rispondo ancora, lo abbraccio.
- Ti amo, ma perchè sei capitato a me? -.
Mi stringe.
- Io non me ne vado più - mi dice e mi sento il cuore caldo, finalmente, ma sento anche un morso allo stomaco, io non lo merito, mi sento colpevole, per le bugie che dovrò dirgli, per il tempo e l'amore che gli sto rubando,ma non so rinunciarci, provo amore per lui, anche se non so mostrarglielo, non so come consegnarglielo, c'è, quest'amore c'è.

domenica 29 maggio 2011

in me

Mi sento di nuovo in me, nonostante sia domenica, e a quanto so la domenica è un giorno in cui tutti si strafogano, io non ho toccato cibo, basta sto diventando una vacca e sto facendo cose contro me stessa e contro chi per me ha fatto più di tutti in questo mondo da quando esisto, Ana.
Quindi per ora nnt cibo solo acqua, sale, e tanto allenamento.
Gli occhi contrariati di mia madre mi doppano, mi carica non rispondere alle telefonate di quello stronzo di mio padre e credo che ora sia il momento di finirla con Lui, io non posso farlo felice, io voglio dedicarmi a me stessa.
Deva

giovedì 26 maggio 2011

Non voglio mangiare "correttamente" , non voglio essere come gli altri, non voglio mangiare più degli altri, voglio alimentarmi come prima, il necessario per stare in piedi, voglio stare sotto i 40kg, voglio ascoltare la voce di Ana, perchè se lei mi chiama vuol dire che non sono ancora perfetta.
Eppure io continuo a disobbedirle, continuo a cercare il mio nemico e a ficcarmelo in corpo per poi vomitarlo e ricominciare da capo e allora mi odio, che cazzo mi hanno fatto? questa non sono io, io non volevo il cibo, io non vomitavo, io non mi abbuffavo... e invece rieccomi qui a fare tutto da capo, anzi ho regredito ancora più di quanto fosse necessario.
Penso al cibo continuamente, notte e giorno.
Mangio
Vomito
E mi sento cosi in colpa che vorrei morire...
Non voglio nemmeno vedere lui e quel sorriso di cui parlate, perche a me quel sorriso fa girare le palle, lui vuole che io vada via da Ana, cosi posso essere sua, ma non sarà mai cosi, io non posso dargli questa soddisfazione, preferisco essere la marionetta di Ana piuttosto di qualsiasi altro.
Deva sta impazzendo

martedì 24 maggio 2011

Tornata

Sono tornata, ma sono io?
Sono a pezzi, sono rientrata oggi dall'ospedale dove mi hanno diagnosticata una gastroenterite, mi hanno dovuta tenere due giorni digiuna, dandomi acqua ogni 15-20 minuti e iniettandomi flebo per non farmi vomitare, mi hanno dato succhi e ogni tanto sale per non disidratarmi.
Poi hanno parlato con mia madre del mio peso, era un guaio, curarmi la gastroenterite mi ha portata a perderne ancora, sono arrivata a 35 kg, la febbre era altissima, mi hanno dato di tutto e io non capivo più un cazzo, mi vedevo queste canule ficcate nel braccio ogni due minuti,  tra analisi e nutrizione artificiale.
Mi hanno riportata a 40 kg e vogliono che io mi faccia vedere da una psicoterapeuta, che frequenti una clinica.
Mia madre ha pianto tutto il tempo e mio padre si è presentato.
Una visita durata meno di un minuto, impalato al mio fianco mi ha chiesto - Come stai? -.
Ho tenuto la testa girata dall'altra parte, non l'ho guardato, non gli ho risposto e se n'è andato.
L'unica visita gradita è stata la sua, Lui è venuto da me, mi ha stretto la mano, e io con un fil di voce gli ho detto - Portami via da qua -.
- Ti prometto che andremo via presto -.
Infatti stamattina mi ha portata via dall'ospedale, siamo andati a casa mia, al mare, abbiamo oziato tutto il giorno, non lo abbiamo fatto, non sono ancora forte, ma abbiamo dormito abbracciati, abbiamo guardato un film, abbiamo mangiato una pizza e del gelato.
Ora sono a casa e non so cosa fare, non so come agire, non so cosa voglio.
So che non voglio una psicoterapeuta, ne una clinica, non voglio mia madre addosso, non voglio nessuno.
Non so nemmeno cosa farmene di questi 40 kg se è il caso di scendere o mantenere...
Ho solo voglia di mangiare, una voglia incontrollata di mangiare, una voglia che non conoscevo o che non ricordavo, una voglia che mi unisce al mondo, mi rende come voi, una cicciona patetica.
Sono una debole, non so più nulla, non sento nulla, non ho nemmeno voglia di morire, ma neanche di vivere.
Domani dovrei tornare a scuola, ma ho paura...
Chino la testa, umiliata, piena di vergogna e sola...
Devo ricostruire tutto da capo.
La schiava Deva

lunedì 16 maggio 2011

sto morendo

Sto male, sto maledettamente male, mi gira la testa, mi viene da vomitare il nulla, continuo ad avere freddo, continua a tornarmi la febbre,e  non ne posso più di medicine, mi scoppia lo stomaco e in tutto questo sono sola terribilmente sola.
Lui non c'è più per me.
Tu non vuoi guarire, tu vuoi morire e io non voglio vederti andare via. 
Io non voglio guarire perchè non sono malata.
Cazzo!
Domani devo fare le foto per la ragazza di cui vi ho parlato e non mi reggo in piedi, cazzo,non so cosa fare, non riesco a pensare, non riesco a reagire...
Ho bisogno di farmi male, ma non posso tagliarmi e se mi impasticco, come minimo muoio.
Cosa devo fare?
Dov'è lui? Dove?
La colpa è mia, mia che non dovevo innamorarmi, non dovevo, adesso per causa di questo amore soffro come un cane, non ho forza di reagire, non ho nemmeno la forza di andare in palestra...
Mi sento uno straccio, la mia temperatura è più alta del mio peso e sale in continuazione, sono a 38,7 di febbre e 37 kg.
Sento che sto morendo. Volevo, eppure adesso ho paura, e mi sento sola.

domenica 15 maggio 2011

ormai non facciamo altro che scannarci non troviamo un punto di incontro... lo sento lontano, sento che stavolta non vuol collaborare per tornare da me....
Beh mica posso piangerci su, okay magari stanotte, ma domani vaffanculo

venerdì 13 maggio 2011

scotta la cotta

Mi sta facendo incazzare, mi sta davvero facendo incazzare, lui, il suo buonismo, le sue preoccupazioni, le sue incazzature, che cazzo vuole da me.
Sei un osso, uno scheletro, ho paura a toccarti, mi fai impressione.
Che cazzo vuole da me?
Deve sparire dalla mia vita.
L'ho lasciato
Non ti voglio più vedere, non mi cercare mai più, tu non sei abbastanza per me. 
Solo questo gli ho detto.

mi è sparito un post bah

mercoledì 11 maggio 2011

Come morire e come vivere

"DONA ANCHE TU UNA CORDA E UNO SGABELLO AD UN DEPRESSO!!!!!"
Bellissimo commento, in effetti  a volte ci penso a uccidermi, solo che mi spiacerebbe non vedere quello che accade.
Si insomma, io immagino tutta la scena, perchè la mia morte dovrebbe essere scenica, non vorrei passasse inosservata come la mia vita.
Ne ho immaginate diverse, in qualsiasi occasione vorrei essere truccata e ben pettinata. 

  • Vestita come una principessa mi stendo sul letto di mia madre, mi imbottisco di  penthotal e champagne e mi addormento eternamente.
  • Indosso soltanto una corona, mi squarcio il corpo con una lettera per i miei e poi con sedia e sgabello mi mostro nella mia bellezza sanguinosa appesa a una corda. 
  • Poi ho pensato alla vasca da bagno e la lametta ma è troppo patetico.
  • E infine il peggiore di tutto avvelenarmi tutto il cibo di una super tavola imbandita, quei veleni insapori e poi abbuffarmi fino a scoppiare e morire uccisa dal cibo. Beh magari lascerei un video in cui dico che si tratta di suicidio non vorrei mai arrestassero la mia cameriera. 
Beh per ora nonostante il mio peso faccia i capricci e nonostante tutti i miei sforzi non voglia scendere, beh ho deciso che non mi ammazzerò, anche se ormai l'odio per mio padre mi sta consumando, il suo silenzio è assordante, mi restano ancora lo sguardo deluso di mia madre, che mi soddisfa, le visite di mia nonna che diminuiscono, i bei voti a scuola, giocare con le mie compagne di classe a ferirle e soprattutto Lui, il mio amore.
L'unico che sembra tastarmi il cuore.
Abbiamo recuperato un po' di tempo perso, gli ho raccontato quello che è successo in questo periodo, la festa, la falsa cacciata di casa e le discussioni con mia madre. 
Forse l'ho fatto per scusarmi indirettamente della mia assenza. 
Rivederlo ha risvegliato in me tutto il bisogno che ho di lui, riabbracciarlo mi ha dato un attimo di pace. 
Lui si prende cura di me. 
Lui non mi giudica. 
Mi chiede, vuole sapere perchè mi comporto cosi, perchè ho questo rapporto con il cibo, ma io non voglio parlarne, lui si irrita un po' vorrebbe aiutarmi e non sa come fare, ma io gli ho detto che non voglio aiuto, voglio solo che resti con me. 
Ho detto troppo... e ho paura... paura che se lo perdo non potrò negare di stare male. 
Paura di stare male. 
Beh, per distrarmi, meglio se riempo un po' del mio ego. 
Oggi a scuola durante un compito in gruppo, le mie compagne facevano caos e spettegolavano, io intanto mi applicavo sul compito e sono stata concentrata solo sulla mia parte di lavoro, fino a che non mi hanno chiamata in causa per saziare la loro voglia di accidia. 
- Deva ma sei qui con noi? - scherza una. 
La guardo con indifferenza senza rispondere. 
Continua - Già non ti si vede, almeno fatti sentire - aggiunge - continui a a dimagrire -. 
- Beh non si può dire lo stesso di te - con lo stesso tono dico - continui a ingrassare -. 
Ride ma non è più tanto convinta - Io non sono grassa -. 
Alzo un sopracciglio - Ah no? Sicura? - la squadro e ad alta voce, di fronte anche ai maschietti che ridono divertiti e ascoltano attenti dico - Sei carica di cellulite, hai delle maniglie cosi ampie che io al tuo posto ci appenderei le borse e poi guardati stai seduta su tre salami da far invidia ai salumieri e su due chiappe che escono per ultime dalla porta -.
Un ragazzo ride - Mai sentita Deva tanto loquace -. 
Lei non risponde abbassa lo sguardo. 
Allora faccio un ghigno cattivo - Cos'è ora non parli più? Non dirmi che te la sei presa? O forse ti vergogni perchè X (ragazzo che le piace, al tavolo con noi) ha sentito come sei fatta? Non preoccuparti non ti voleva già prima, lo sanno tutti che sta con una ragazza molto più magra di te -. 
I suoi occhi diventano rossi, la voce trema - Tu sei una strega, solo perchè sei magra ti credi di essere chissà chi? -. 
Rido - Io non sono chissà chi, io sono Deva - i maschi sono ipnotizzati dalla mia voce, che si fa sentire raramente, che è calma che è sensuale, la mia femminilità compensa la mia mancanza di curve in pieno. 
Continuo -E sono superiore a te in tutto, infatti tu stai piangendo per me, mentre a me le stupidate che dici tu non mi sfiorano -. 
Si morde un labbro nervosa - Come fai a essere cosi cattiva? Sei una emo del cazzo, lo sanno tutti che sei sempre ubriaca alle feste e che i tuoi si vergognano di te -. 
Rido ancora - Emo? Come sei banale, devi per forza dare un nome alle cose perche cosi pensi di conoscerle e non ti spaventano. Io non sono omologata come voi e non mi importa se i miei si vergognano di me, come dici tu,io almeno mi mostro a loro e a tutti per quello che sono -. 
I compagni di banco degli altri gruppi vengono attirati dalla nostra conversazione, guardo una ragazza - Z tu lo sai cosa dice di te la tua amica? -. 
Z guarda la cicciona perplessa poi me aspettando una risposta . Scuoto la testa - Dai tu sei buona, cosi buona che hai voluto condividere con tutti il fatto che i genitori di Z si sono separati perche suo padre se n'è andato con un altra donna e ci hai anche voluto far sapere che ieri sera ha prestato un pompino a un suo amico per farsi regalare un po' di fumo -. 
Z si alza ed esce dalla classe, la cicciona abbassa lo sguardo imbarazzata, gli altri cercano di placare gli animi. 
L'insegnante viene a ritirare il compito, consegno l'intero compito, finito, ordinato e impeccabile, preciso - L'ho fatto da sola, le mie compagne avevano di meglio da fare -. 
Non hanno avuto la faccia di bronzo di negarlo. 
Il mio ego è stato riempito, la mia cattiveria scaricata, la classe scombussolata. 
A presto, 
La dolce principessa Deva

lunedì 9 maggio 2011

La mia vita è un caos....
La mia famiglia mi ha fatto una bufala, mi hanno fatto stare pochi giorni in quella casa fredda e solitaria, sperando che cedessi, poi mia nonna è venuta a riprendermi e mi ha detto di comportarmi bene altrimenti la prossima volta non sarà una cosa falsa.
Beh per me non è una minaccia, ma una speranza.
Per fortuna mia madre non c'è quasi mai e i suoi sguardi di disapprovazione avvengono di rado, i suoi pianti strazianti sono meno evidenti.
Non la sopporto, io non voglio vivere con lei.
Non sopporto nemmeno più Lui.
Non sopporto nemmeno me stessa, mi sento vuota, sola, senza forze...
Sto cercando di morire?
Non lo so, ma mi sento depressa, mi sento fragile.
Non trovo la felicità in questo viaggio.
Perdo chili e basta.
Voi dite ho perso me stessa, la felicità, la spensieratezza...questo viaggio almeno vi ha insegnato ad apprezzare ciò che avevate e avete buttato via...
Io non ho nulla e non avevo nulla nemmeno prima.
Ho perso solo chili e forza...
Ho perso la voglia di vivere? Io non credo di averla mai avuta
Mi sento mangiata dalla depressione.

mercoledì 4 maggio 2011

la mia casa

Eccomi in questo appartamento che ha tutto ciò che serve e niente che io abbia scelto.
Sono stanca vi aggiorno in seguito.
Peso attuale 39.4

martedì 3 maggio 2011

Vita indipendente

 Forse avevo smesso di crederci o forse sono sempre stata in attesa di questo avvenimento, ho anche accelerato i tempi, me ne andrò di casa..
Sarebbe più corretto dire che sono stata cacciata, ma se è accaduto e perchè io l'ho voluto.
Dobbiamo tornare indietro, vi tocca sorbirvi un flash back.
Lui mi ha lasciata davanti casa, l'ho abbracciato, non come avrei voluto, ero arrabbiata per il mio peso, sono stata fredda, ma quando mi sono chiusa la porta alle spalle mi sono pentita. Mi sono subito distratta per non crogiolarmi nei miei rimorsi.
Ho lasciato le valigie alla cameriera, mi sono fatta una doccia, ho preparato il borsone della palestra e sono uscita di casa. Mi sono allenata tutto il giorno, i nervi aiutano davvero tanto se accompagnati da dosi di caffè esagerate. Ho fatto due ore di tapis roulant, un ora di esercizi vari tra pesi, addominali, interno coscia ecc, mezz'ora di cyclette e due ore di nuoto.
Sono uscita dalla palestra stravolta, ma ho potuto allenarmi serenamente perchè Lui non c'era.
Inutile raccontarvi gli sguardi della gente, posso indovinare ciò che pensano dalle loro facce e potete immaginarlo anche voi.
In camerino qualcuno ha osato di più del semplice sguardo.
Mi stavo rivestendo dopo la doccia, ero sola con una donna, lei si stava vestendo per iniziare il suo allenamento, era seduta nella mia stessa panca, una affianco all'altra, io intenta ad allacciarmi le scarpe, lei ad osservarmi.
La guardo interrogativa, mi accorgo che è giovane avrà meno di trent'anni.
- Ciao - mi dice lei cordiale.
- Ciao - ripeto io senza tono.
Mi porge la mano - Mi chiamo F sono una fotografa -.
Le stringo la mano con decisione, mio padre mi ha insegnato che da come stringi la mano si capisce chi sei, beh lei me l'ha stritolata.
Ho detto - Deva -.
- Che bel nome - ha commentato lei gentile e sorridente - Vuol dire bellezza lo sai? -.
Annuisco.
- Ti starai chiedendo che voglio da te? -.
Lo ammetto.
- Voglio fotografarti - alza le mani per precisare - ovviamente ti pago bene -.
Sono confusa, una sconosciuta mi blocca in camerino per fotografarmi, sorride insistentemente, è dolcemente gentile e parla continuamente - Senti capisco che posso sembrarti matta, mah beh sono un artista è il mio lavoro, comunque possiamo vederci uno di questi giorni per un caffè senza zucchero e magari ci conosciamo meglio e ne parliamo -.
Caffè senza zucchero, questa ha capito tutto.
Sorrido - Va bene -.
Tempestiva decide di prendere subito il caffè al bar della palestra.
Mi spiega di essere una fotografa da anni, di aver anche fatto qualche piccola mostra in collaborazione con altri, mi mostra dei suoi lavori me li cita, ma io non sono un'esperta, dice anche di ave notato il mio corpo esile e i miei occhi, dice che sono un'opera d'arte, elementi da fotografare.
- Ho sempre odiato le foto io - dico.
- Beh ma quelle le faccio io - mi risponde F.
Poi mi lascia il suo biglietto da visita e il tempo per riflettere, mi sembra quasi di non poter dire di no, è cosi determinata.
Torno a casa, mi preparo per la festa di mia madre, o meglio della sua amica.
Trucco nero abbondante, spesso, capelli cotonati, smalto nero, vestito anche con calze a strisce bianche e nere in pendant con le bracciere.
L'autista mi porta alla festa, in macchina mi scolo una vodka alla fragola e poi da li onestamente i ricordi sono sfuocati.
Ricordo che sono entrata gridando agli ospiti con ancora la bottiglia di vodka tra le mani,  di aver afferrato un bicchiere dal vassoio del cameriere, gli ho anche fatto una smorfia volgare con la lingua, poi sono andata incontro a mia madre, l'ho abbracciata come una pazza, stritolata, urlando - Ciao mammina, ciao - e qualcosa del tipo che non mi ricordavo se fosse lei mia madre perchè non la vedevo mai, ricordo il suo sguardo contrariato i suoi tentativi di farmi contenere e ricordo la presa sul mio braccio, forte fino a farmi male con  la quale mi ha trascinata fuori dalla festa e poi siamo tornate a casa. Il mio show è durato poco.
La mattina dopo quando mi sono svegliata, mi sono lavata la faccia, pallida e sporca di trucco, ho visto i miei vestiti sporchi di vomito e sono stata meglio.
Mi sono pesata ancora 39.7 kg.
Poi sono andata da mia madre, stava seduta nel divano, braccia e gambe incrociate, sguardo accigliato, gli occhi rossi di pianto e, o rabbia le labbra arricciate, il viso più invecchiato.
Appena avverte la mia presenza, senza guardarmi negli occhi, si schiarisce la voce e mi dice - Deva dopo ieri sera io non voglio più avere niente a che fare con te, tu sei la mia delusione più grande. Ho già parlato con tuo padre, tra pochi giorni avrai un appartamento tuo, noi ci occuperemo dell'affitto fino a che tu non troverai un lavoro tuo - sospira, si interrompe, si alza dal divano e aggiunge - fino a che non te ne sarai andata tu me ne andrò io -.
Non rispondo, la guardo andare via e provo un po' di vergogna e un po' di piacere.
Domani  me ne andrò.
A scuola nessuno mi ha rivolto la parola con mia grande soddisfazione.
Lui? Gli ho detto che sono molto impegnata con la scuola, per adesso ho solo bisogno di allenarmi e fino a che non avrò un peso soddisfacente preferisco non vederlo.
Adesso mi tocca fantasticare su come sarà la casa e la mia vita da sola, senza una madre , senza un padre.
Pian piano sto eliminando il superfluo, non resterà più nulla.
Deva la principessa di Ana