lunedì 27 giugno 2011

domani ultima prova

Domani ho l'ultima prova, ho ripassato tutto, sono stanca, ma questo esame almeno mi sta autorizzando a non mangiare nulla infatti il mio peso è sceso a 38.5 kg.
Mia madre ha pensato bene di organizzare una festa per la mia maturità, contro la  mia volontà, le ho detto che non la voglio una festa e che non mi presenterò se si ostina, ma lei mi ha risposto che sono un'ingrata che dovrei solo stare zitta visto che una festa di certo non è quello che mi merito e che mi servirà per ripulire la mia immagine. Siamo scese al compromesso che la festa sarà per tutti i maturandi della mia classe.
Lui è più ansioso di me per questi esami, mentre a me non importa nulla, lo studio è una delle cose più semplici, ho milioni di informazioni che mi navigano in testa e non ho paura, anche perchè chi boccerebbe una ragazza malaticcia e problematica?
Non vedo l'ora che il grosso sia fatto, intendo risultati e festa, per poi andarmene nella mia casetta al mare, anche per questo ho accettato la festa, non voglio sentirmi dire di no. Starò li da sola per un po', almeno in settimana e poi nel week end verrà a trovarmi Lui, intanto mi sorbirete voi e consumerò le mie scarpe da ginnastica.
Deva

martedì 21 giugno 2011

IO LUI E NOI

Lunedi quando sono andata via, prima di andare nella mia casa al mare, sono passata da lui.
Sapevo che era a casa, ne avevamo parlato venerdi.
Gli mando un messaggio, scende, ci vediamo davanti al portone.
Mi guarda, è freddo lo sento.
Dice - Ciao Deva -.
- Ciao - sussurro io - come stai? -.
- Che c'è? - dice lui.
Abbasso lo sguardo - Sto andando al mare, volevo chiederti di venire con me, non mi va di stare sola -.
Sospira, deluso - Non è un problema mio - sta per andarsene, non credo a quello che faccio, ma mi vedo afferrargli la mano ed esclamare - No aspetta -.
Si ferma, si volta pronto ad ascoltarmi.
- Ho bisogno di te, ti ho mentito, non ho paura di stare sola, ma voglio stare con te, non sono più capace di stare senza, io ti amo -.
- E allora perchè ti sei comportata cosi venerdi? Amare è rispetto -.
Mi sento colpita - Perchè avevo paura, tu ti eri accorto che io non so stare senza te e io volevo dimostrare a te ma soprattutto a me che non era cosi, lo so ho sbagliato, ma io non so pensare agli altri -.
- Me ne sono accorto - risponde.
Annuisco.
-Beh comunque se la vuoi finire lo capisco -.
Stavolta sono io ad andarmene, stavolta è lui a fermarmi - Dove vai scema? - mi abbraccia - Io non ti mollo, dopo 4 mesi dovresti saperlo -.
Sorrido lo bacio.
Prepara una borsa e poi partiamo.
Ora siamo qui noi, e mi sto divertendo un sacco.
Scappo non vorrei mi beccasse qui
Deva

psichiatra 2

Siamo di nuovo sedute l'una davanti all'altra, lei è sempre sorridente, con tutto il suo grasso in mostra per il caldo, mi fa ribrezzo. 
Io arrivo con i miei 39 kg, coperti da un paio di short di jeans, una canotta a strisce bianche e rosse e un paio di eurostar rosse. Sono deconcentrata dalle mie cosce, che schiacciate sulla poltrona mi sembrano cosi grosse da imbarazzarmi. 
- Come stai? - mi chiede. 
- Bene - rispondo. 
- Come è andata questa settimana? -. 
- Bene -. 
- Cosa hai fatto? -. 
- Le cose che fanno tutti -.
- Tipo? -. 
- Amici, fidanzato, libri, pc, shopping, palestra -.
- Ti vedo dimagrita sbaglio? -.
- Non lo so, non controllo -. 
- Ho un test per te oggi -.
Cazzo, mi vuole fottere, mi sta sfidando. 
- Sono sicura che per te non sarà un problema affrontarlo - mi dice. 
Annuisco. 
Prende un foglio con una serie di domande.
Sorride - Cominciamo, sono solo un po' di domande di conoscenza -. 
Inizia. 
- Preferisci il bianco o il nero? -.
- Il nero - rispondo. 
- Perchè? -. 
- Non si sporca e sta bene con tutto -. 
- La luce o il buio? -. 
- Il buio è più intrigante - 
- Il giorno o la notte? -. 
- La notte, c'è meno caos -. 
- Rumore o silenzio -.
- Sono la stessa cosa -.
- Cioè? - chiede. 
- Fanno caos entrambi se si sa ascoltare -. 
- Di cosa hai paura? -.
- Dei ragni -. 
Ride - Anche io -.
- Quali sentimenti ti fanno paura? - riprende. 
- Nessuno -. 
- Hai paura della morte?-. 
- No -. 
- Cosa pensi che accada quando si muore? -. 
- Niente -. 
- Come ti vedi da fuori -. 
- Bellissima -. 
- E caratterialmente? Faresti amicizia con una come te? -.
- No -. 
- Perchè? -. 
- Le darei fastidio -. 
- Come mai? -.
- A quelle come me non piace la gente -. 
- Ma hai degli amici, quindi forse le persone non ti danno cosi fastidio -. 
- Si ma sono pochi -. 
- Se fossi nel tuo ragazzo ti ameresti? -.
- Si - mento. 
- Cosa ti piace del tuo corpo? -. 
- Tutto -. 
- Qualcosa in particolare? -. 
- Ho detto tutto -.
- Inutile farti la domanda inversa. Cosa ti piace del tuo carattere? -. 
- Tutto -. 
- Cosa miglioreresti -. 
- Niente -.
- Che rapporto hai con tuo padre? -. 
- Buono - 
- Con tua madre? -.
- Anche -. 
Mette via il test. 
- Ti va di parlarmi un po' di loro? -.
- No -.
- Come mai? -. 
- Non ho voglia di parlare di niente, non li voglio più fare qst incontri? -.
- Perche?-. 
- Perche lei mi sta sul cazzo e perchè mi è stato imposto da mia madre -. 
Mi alzo e me ne esco, mia madre fuori dalla porta mi guarda interrogativa. 
La psichiatra mi viene dietro, chiama mia madre in privato, mentre si chiudono io ne approfitto per andarmene a casa. 
Ovviamente al ritorno mia madre ha urlato come una matta, ha detto che non mi sopporta più e blablabla, io ho preparato il borsone e me ne sono andata al mare. 
Deva

venerdì 17 giugno 2011

è finita ?

mi è stato chiesto se è finita con lui...
Non lo so....
Sarebbe la cosa migliore dopo quello che è successo.
Serata in discoteca, eravamo ubriachi. Più io di lui.
Ero stranamente affettuosa, baci, abbracci, musica, c'erano anche i suoi amici ma non li consideravamo.
- Allora mi ami? - mi dice sorridente.
Rido -  E che ne sai? -.
- Sei ancora qui -.
Sento una fitta di paura, mi difendo - Pensi che non saprei più andarmene -.
Lui scherza - No - mi bacia.
Mi scanso - Tu credi? Sei convinto? -.
Insiste, l'alcol lo rende convinto.
Mi alzo, vado da un ragazzo, più fuso di me, lo bacio, appena, uno sfioramento di labbra poi lui mi ha tirata via - Ma che cazzo fai? -.
Rido - Ti dimostro che non sei indispensabile per me -.
- Vattene - mi urla.
Lo faccio e da allora solo silenzio

vedere molto dove non c'è nulla

l'aria fredda mi abbraccia
ed è l'unico abbraccio che so accettare
l'unico che mi fa ancora rabbrividire
la pioggia mi riga il viso
le uniche lacrime che so ancora versare
il mio respiro che mi accompagna,
l'unico suono che so ancora sentire
e quell'uomo l'unico grande
che ho saputo amare,
ed ora è svanito
e lui, quell'uomo l'unico piccolo
che ha saputo amare me
ed ora è ferito
dalle mie labbra che sono velenose
lui voleva morir sazio del mio veleno
ma la principessa lo ha donato ad altri
per vendetta,
per la vergogna di lei,
le lacrime di lui,
per sentire l'unica compagnia
la solitudine,
Ana,
lei che ti divora,
lei che ti da ciò che vuoi
dolore
frustrazione
ancora solitudine e
mai,
mai
felicità.
Ero una regina
e adesso sono una schiava
la sua schiava
non sbaglio più
non mi ribello più
eseguo
ciò che la sua voce detta,
vedo ciò che i suoi occhi guardano
immensa abbondanza
di fronte al vuoto
sa fare ciò che nessuno può
vedere molto
dove non c'è nulla
Deva

venerdì 10 giugno 2011

fingere

forse dovrei fingere di essere me stessa, imparare a imitarmi, recitare la mia anima che non c'è più, resta un corpo che non conosco, che non vedo, che non accontenta mai, dei numeri, tanti numeri, sulla bilancia, sul retro delle confezioni alimentari, sui monitor degli attrezzi sportivi.... Troppi numeri...
Sono senz'anima? Sono sola?
Beh lo sono sempre stata, forse senza accorgermene, ma sono sempre stata cosi, ora lo so, ora lo devo accettare , ora devo tornare in me

giovedì 9 giugno 2011

impazzita

sto impazzendo, mi manca l'aria, ho paura a uscire di casa, non vado nemmeno in palestra, non voglio vedere nemmeno lui, nessuno voglio stare sola, ho paura, paura di tutto, di tutti anche di me, non voglio vedermi, sono grassa, orribilmente grassa, è tutto attaccato su di me... si lo sento il grasso,lo tiro con le mani, voglio tagliarmi, voglio il sangue, il suo odore, il suo sapore, voglio sentire la pelle che brucia,  devo farmi male, so che in qualche modo me lo merito, per come mi sono ridotta, ma chi cazzo è questa?
Deva non aveva paura e invece adesso piange come una bambina abbracciando un orsacchiotto di peluches mentre sanguina, chiedendosi dove sia l'inizio e dove la fine di questo male.

lunedì 6 giugno 2011

psichiatra

Mia madre è seduta al mio fianco, siamo in una saletta piccola, intima, su un divano bianco, davanti a noi un tavolino basso di vetro con sopra delle riviste, noto le modelle e le vip in copertina e mi viene da ridere, buon inizio eh
Io e mia madre non ci parliamo, lei sembra essere più nervosa di me, appena la porta bianca e spessa si apre salta in piedi dal divano, indossa il suo sorriso falso e si presenta alla psichiatra, una donna bassa, grassa, con i capelli in ordine biondi, gli occhi a palla castani e una bocca sottile, ha un'aria pacata.
Annuisce alle frasi di mia madre, io mi sento pronta per la guerra.
La regina continua con le raccomandazioni, finchè la psichiatra la interrompe - Non si preoccupi, lei stia qui, lasci che conosca Deva - mi guarda sorridente, io non corrispondo.
Entriamo nello studio, è pieno di piante e la luce è lieve, c'è una scrivania che ci separa, ci accomodiamo sulle poltroncine anche queste bianche e comode.
Superati i convenevoli, nome, cognome, età domande alle quali rispondo come se stessi compilando un questionario, incrocia le mani e si porge verso di me.
- Allora, tu mi sembri più tranquilla di tua madre - dice.
- Si infatti qui ci dovrebbe stare lei - rispondo.
- E invece perchè ha portato te? -.
- Non faccia finta di non saperlo, non cominciamo bene con le prese per il culo -.
Si schiarisce la voce - Voglio sapere la tua opinione -.
- Ho preso una gastroenterite e ho perso molto peso e i dottori hanno messo nella testa di mia madre che soffro di dca - svuoto il sacco.
- E non è vero? - mi domanda.
- No -.
- Sei molto magra, sei sempre stata cosi? -.
- Si -.
- Non cominciamo bene con le prese in giro - mi fa il verso.
- Perchè me lo chiede allora, cmq sn sempre stata magra e non ho fatto nessuna dieta, ho solo avuto dei mesi molto impegnativi a scuola e anche un'influenza intestinale -.
- Quindi mangi qualsiasi cosa? - mi chiede provocatoria.
- Mangio ciò che è giusto -.
- E cosa è giusto? - approfondisce.
- Ciò che non è sbagliato -.
- Fammi degli esempi -.
- Frutta verdura, carne bianca, pesce - dico.
- Non tocchi pasta e pane, so -.
- No, non mi piacciono -.
- E i dolci? -.
- No, non mi piacciono -.
- Sai che il tuo peso è sotto la norma di tanto? -.
Sospiro.
- Non vuoi cercare di prendere peso? -.
- No -.
- Perche? -.
- Mi piaccio cosi e sto bene, non ne sento il bisogno -.
- E se accadesse? -.
- Non importa -  mento.
- Allora i medici potrebbero... -.
La interrompo - Alt, lo decido io non gli altri, mi da fastidio se i medici mi modificano -.
Sospira.
- Ok, dei tagli che hai sulle braccia che mi dici? -.
- Ero ubriaca, con un paio di amici emo scherzavamo sui tagli e ho provato per sfida, una cosa stupida, volevo dimostrare loro che non avevo paura di farlo, ma che non lo faccio perchè è stupido -.
- Tutti quei segni per gioco? Non ne bastava uno? - indaga.
- No, ne ho fatti alcuni da sola, un momento in cui ero triste mi sono chiesta se davvero servissero e ho provato -.
- Perchè eri triste? - mi chiede.
- Non mi ricordo -.
- In genere perchè lo sei? Ti capita spesso? -.
- No, capita e basta, sarà noia -.
Annuisce.
- Hai un ragazzo? -.
- Si -.
- E com'è -.
- Uno come tanti, ma speciale per me -.
- Ne sei innamorata? -.
- Si -.
- Stai insieme a lui da tanto? -.
- Abbastanza -.
- Non hai molta voglia di parlare eh? - sorride.
- Non mi piace raccontare i fatti miei agli estranei -.
- Lo capisco. E  a chi li racconti? A un amica del cuore? Al tuo ragazzo? Su un diario -.
- Su un diario e a volte a lui -.
- E con le amiche? -.
- Si a volte -.
- La scuola come è andata? -.
- Bene -.
- Ti piace? -.
- Si studio molto -.
- Cosa vuoi fare da grande -.
- Non lo so -.
-Ok...- fa un attimo di silenzio - penso che sia il caso di prendere un altro appuntamento, direi che adesso non sei propensa al dialogo -.
- Si illude se pensa che la prossima volta sarà diverso o forse non sa fare il suo lavoro se non l'ha capito -.
- Sono un ottimista e vorrei tentare di farti cambiare idea sulla mia professionalità -.
- Mentre lei tenta mia madre spende soldi -.
Sorride - Ne parlerò con lei, magari a lei interessa farmi provare -.
- Sono io che mi rompo a passare il mio tempo qui -.
- Deva ti serve, se no non ti avrei chiesto di tornare -.
- Su questo ho i miei dubbi - ammetto.
Esco di li, parla qualche minuto con mia madre e tra due settimane, il 20 giugno mi tocca sta tiritera
Deva

domenica 5 giugno 2011

panico

E cosi quella demente ha un fidanzato eh, beh ho proprio tanta voglia di rovinarle tutto.
Sono agitata, domani ho l'incontro con la psichiatra.
Lui che dice? - Ma si amore, magari è d'aiuto, non partire prevenuta -.
Sono incazzata nera altro che prevenuta...
Cmq parliamo del sabato sera.
A Lui è venuta la bella idea di portarmi fuori con i suoi amici, io odio socializzare, ma non so perchè, quando me lo ha chiesto ho detto si, forse perchè non avevo una scusa pronta, forse perchè nemmeno mi piacciono le scuse.
Ci troviamo nella piazza principale, noi arriviamo per primi. Lui è bello, fresco di doccia, i capelli e la barba fatti, è vestito con cura, camicia bianca e jeans scuro. Io mi sento inadatta, ho degli short neri che mi stanno un po' grandi, un maglioncino, una felpa, e un paio di stivali senza tacco, mi navigano le gambe dentro, i capelli sono sciolti e chissà perchè c'ho messo un fiocco, guardo troppe foto emo.
Sono agitata ma non glielo dico, lui comincia con i pronostici ottimisti - Ti divertirai, è gente simpatica ecc ...-.
Si ok, infatti l'antipatica sono io penso, ma non dico.
Cominciano ad arrivare le altre persone, cominciano i saluti e le presentazioni, ci sono due coppie e due amiche da sole, ci squadriamo, mi sento rassicurata, sono tutte più grasse di me, però non mi piacciono gli sguardi dubbiosi che mandano a Lui, lo vedo che li ignora, lo vedo che mi fissano critici, pensano che sono una emo deficiente?
Mi sento nervosa, pianto dei mezzi sorrisi falsi e mi presento.
Dovrei stare più vicina a lui per sentirmi rassicurata e invece mi viene automatico allontanarmi, come se dovessi dirgli che non ho bisogno di lui e del suo aiuto, come se dovessi almeno avere un motivo per incazzarmi in futuro.
Cominciano a scherzare tra loro, parlano di cose che non conosco, ci accordiamo per andare a bere in un locale e poi a ballare.
Finalmente siamo di nuovo soli io e Lui, in macchina ci dirigiamo verso il pub.
Lo vedo allegro e sono gelosa, gelosa dell'attenzione che presta ai suoi amici, dell'effetto che gli fanno.
Mi accarezza una coscia - E' tutto apposto amore? -.
Annuisco, mento, sorrido.
- Ci divertiamo stasera -.
Stasera? che vuol dire? le altre volte non ti sei divertito?
Viaggiamo con la musica ad alto volume, ma io non la sento, sento solo una voce dentro di me che mi grida di resistere, di non avere paura.
Ma ho paura, ho le mani fredde e le mie cosce mi sembrano enormi.
Odio i momenti in cui ai semafori ci si affianca la macchina di un suo amico e si parlano dal finestrino e io non so dove guardare, non so cosa dire.
Dov'è Deva? Chi è questa?  Perchè sto scoprendo il panico. Cazzo sono solo persone, che me ne frega cosa pensano, che mi importa?
Arriviamo al locale, scendo dalla macchina e prendo una sigaretta, fumo quelle che si rollano ed ecco il cretino che mi fa - Ti fai le canne? - con un sorrisetto ebete che non fa intendere nè che è una cosa buona nè che è una cosa sbagliata.
- No è tabacco - rispondo.
Bene in questo gruppo non fuma nessuno e ora sono tutti fuori ad aspettare me.
Poi arriva la cretina che si azzarda ad accarezzare la nuca a lui, dopo che Lui gli ha fatto una battuta - Ma come fai a sopportarlo? - mi chiede.
Ok non è davvero una domanda, è una battuta, ma a me non viene da ridere, fingo.
Butto mezza sigaretta cosi entriamo e spero che il casino mi nasconda.
Iniziano le chiacchiere, il locale non mi piace, la musica è commerciale, ed è troppo alta non ci si riesce a sentire quando si parla e io non ho voglia di urlare, comincio a ordinare da bere per rilassarmi, ma non mi rilasso.
Arrivano i commenti su ciò che bevo - Ci vai forte eh -.
Rispondo che lo reggo.
Arrivano i racconti sulle loro ragazzate, fingo interesse.
Arrivano le domande su di me.
Rispondo che scuola faccio.
Poi una alleggerita dall'alcol mi chiede diretta se sono una emo.
Non so perchè ma mi viene da guardare Lui, temo di dire qualcosa che lo metta in imbarazzo.
- A te che ti sembra? - chiedo.
- Quindi ti tagli? - domanda sta cretina ridendo.
- No, mi piacciono i capelli cotonati e il trucco smoke - rispondo apatica.
Mi allontano per andare in bagno.Mi manca l'aria, mi fumo una sigaretta, mi specchio, sono grassa, maledettamente grassa. Voglio andare a casa. Chiamo un taxi.
Prima di tornare al tavolo mi fermo al bancone e ordino un Manhatan, bevo.
Lui mi arriva alle spalle. Sussulto.
- Ehi Deva dov'eri finita? E' tutto ok? - mi chiede.
Mi mordo le labbra, annuisco.
.- Si -.
-Sicura? - mi dice indagando nei miei occhi.
- Non mi piace stare con la gente - ammetto.
- Scusa S non voleva offenderti, è un po' brilla - cerca di sistemare le cose.
- No tranquillo, non sono offesa, vai io ti raggiungo subito, vado un attimo fuori, mi fumo una sigaretta - mi invento.
- Vuoi che venga con te? - si offre.
- No ti prego -.
Annuisce - Okay -.
E' preoccupato, gli sto rovinando la serata, meglio se me ne vado.
Esco prendo aria, fumo, non so stare tra la gente, non è per me e non è mai stato un problema, perchè adesso me ne vergogno? perchè ho paura.
Mi guardo nei vetri delle macchine, sono enorme, voglio coprirmi.
Il taxi dopo dieci minuti arriva per mia botta di culo, salgo e scappo. Il mio cellulare comincia a vibrare insistentemente, evito le chiamate e scrivo un messaggio - scusa non stavo bene sono andata a casa inventati qualcosa per me -. 
Arrivo a casa, corro in camera, mi levo le scarpe e mi nascondo sotto le coperte, nel completo buio e mi sento maledettamente sola e spaventata.
Deva non è più la stessa

giovedì 2 giugno 2011

lunedi 6 giugno

Non voglio, non voglio andare da una cazzo di psichiatra, una demente sconosciuta che non sa un cazzo di me e poi cosa dovrei mai dirle? Cosa?
Io la faccio a pezzi, la rovino, dovrà andare da quella puttana di mia madre e dovrà dirle - Non mi mandi mai più quella vipera di sua figlia -.
Oggi è venuta tutta tranquilla in camera mia, muovendosi sulle sue chiappette mosce strette in quelle terribili gonne a tubo che si ficca anche in casa con tanto di tacchi, pronta a offrirmi la sua vendetta, ma non sapeva forse che io so essere più terribile di lei.
- Ieri ti ho preso un appuntamento con una psichiatra, è una molto brava e disponibile, la vedrai lunedì -.
Sgrano gli occhi impreparata alla notizia.
- Chi ti ha detto che io voglia andare da una psichiatra? -.
- Nessuno - mi risponde - Ma mi hanno detto che ci devi andare e ci andrai, finchè vivi qui si fa come dico io e speriamo che ti serva a toglierti certe cazzate dalla testa -.
I nervi mi avvolgono, li sento prendersi possesso del mio corpo, del mio stomaco, si scaraventano su esso facendomi male.
La fisso negli occhi, ho troppo veleno per tenermelo dentro - Perchè mi fai questo? -.
- Perchè sono tua madre e tu la devi smettere di fare di testa tua, non posso lasciare che tu ti ammazzi con le tue mani -.
Scuoto la testa - Quanto sei ipocrita e falsa, non te n'è mai fregato un cazzo di me -.
- Modera il linguaggio - mi riprende.
La guardo sarcastica - Cos'è? Ti fa schifo sentire cazzo? - comincio a dirlo ripetutamente - cazzo cazzo cazzo  - rido -  e papà con chi lo tradivi con la figa? pensavo ti piacesse il cazzo -.
- Smettila Deva - urla stridula - sei volgare e maleducata -.
- Se sono maleducata è colpa vostra, altrimenti sarei ineducata -.
Si porta le mani sul volto - Ma dove ho sbagliato con te? -.
- Hai sbagliato tutto con me - rispondo secca - sei una madre di merda, non vali niente, tu nemmeno mi conosci e adesso pretendi di portarmi in una clinica e lo sai perche mi ci porti? Perchè sei invidiosa perchè tu sei diventata una vecchia grassona, perchè tu non ci sei mai riuscita a essere come me -.
Urla - Ah io ho sbagliato tutto? E tuo padre? Lui è perfetto vero? -.
Grido anche io - Tu lo hai rovinato lui, tu, avrebbe dovuto metterti le corna, avrebbe potuto farlo con un milione di donne più belle e più giovani e più magre di te e invece non l'ha mai fatto -.
Mi interrompe isterica come una pazza - Sei una maledetta e maledetto è il giorno in cui ti ho messa al mondo, non ci credo che ti ho creata io, non lo posso accettare, no - si porta le mani ai capelli, piange, si butta a terra - ma che cosa sei Deva -.
Rido, recupero la calma, mi metto in piedi davanti a lei, lei buttata a terra, ai miei piedi, mi sento onnipotente - Sono ciò che tu non sei mai stata capace di essere e sarò la tua peggiore condanna te lo giuro -.
Io non giuro quasi mai, se lo faccio posso garantirvi che non mi tiro indietro. Le toglierò tutto, sarò la sua rovina.
Si è già pentita di avermi messa al mondo, ora voglio renderle la vita un inferno, finchè non mi lascerà libera di fare ciò che voglio purchè io smetta.
Deva è indiavolata.

mercoledì 1 giugno 2011

dedica da Lui

So che hai sofferto 
ma non voglio che tu lo nasconda 
è tutto freddo e senza amore 
io non permetterò che 
ti venga negato qualcosa 

sarò di conforto 
ti farò sentire pura 
abbi fiducia in me 
puoi stare sicura 

voglio riconciliare la violenza 
che c'è nel tuo cuore 
voglio riconoscere che la tua bellezza 
non è solo una maschera 
voglio esorcizzare i demoni 
del tuo passato 
voglio soddisfare i desideri non rivelati 
che ci sono nel tuo cuore 

i tuoi trucchi, i tuoi amanti 
tu sei maliziosa e divina 
potresti essere una peccatrice 
ma la tua innocenza mi appartiene 

accontentami 
mostrami cos'è successo 
prendimi in giro 
sei l'unica 

voglio riconciliare la violenza 
che c'è nel tuo cuore 
voglio riconoscere che la tua bellezza 
non è solo una maschera 
voglio esorcizzare i demoni 
del tuo passato 
voglio soddisfare i desideri non rivelati 
che ci sono nel tuo cuore 

accontentami 
mostrami cos'è successo 
prendimi in giro 
sei l'unica 

voglio riconciliare la violenza 
che c'è nel tuo cuore 
voglio riconoscere che la tua bellezza 
non è solo una maschera 
voglio esorcizzare i demoni 
del tuo passato 
voglio soddisfare i desideri non rivelati 
che ci sono nel tuo cuore