domenica 27 febbraio 2011

week and di sesso e cibo
nient'altro
forse qualche briciola d'amore
Deva

lunedì 21 febbraio 2011

cedimento

scusate ragazze non volevo prendermela con voi, ma a volte mi sento cosi sola, e la cosa i da fastidio ma a volte invece mi rendo conto che io so stare solo cosi, sola, questo blog è il mio primo sforzo di aprirmi al mondo...o almeno di capire perchè io sono e vivo cosi, scusatemi se mi sono adirata
La principessa Deva si cosparge il capo di cenere ....
chissa per quale cazzo di motivo vi racconto i fatti miei tanto voi ve ne sbattete volete solo un elenco di diete e trucchi per sbranarvi e ridurvi all'osso...
Giusto questo è un blog pro ana, quindi devo raccontarvi solo i cazzi di ana, che cretina, la principessa deva è una cretina

domenica 20 febbraio 2011

vetro

le mie lacrime sembrano fatte di vetro, non riescono a uscire, il solo provarci mi fa male tanto da farmi sanguinare gli occhi.
E allora mi abbandono a lui mangiando e vomitando quantità d'amore che provo a immaginare, non sono nemmeno certa che esistano, ma mi saziano ugualmente. Fingo che esistano, esattamente come quando mi siedo a tavola, sola in casa, prendo un piatto vuoto e lo guardo, immaginando che sia pieno di qualcosa, ma in realtà è solo vetro...
Io sono vetro e non posso cadere, perchè potrei spezzarmi...
Non mi sopporto più, io sono una menzogna, lo è il mondo che mi circonda, la mia casa, mia madre, mia nonna, mio padre, la mia scuola e lui? lui non so cosa sia, so che è la finzione più bella che ho.
L'unica cosa vera è Ana, lei è dentro di me, il mio corpo lo dimostra, ma sono cosi abituata alla menzogna che ho il dubbio che la bilancia menta, quel peso cosi minuscolo non può essere il mio.
Forse mente lo specchio quando mi mostra enorme.
O forse fingono le mie mani quando sentono le mie ossa.
Le mani di lui, che mi tocca delicato, come se avesse paura di rompermi, come se fossi fatta di vetro.
La principessa di vetro
Deva

giovedì 17 febbraio 2011

una bambina che fa l'amore

Peso 41 kg, ormai la meta è praticamente raggiunta ma non è cambiato nulla. Il mio corpo resta informe e il mio cuore vuoto. Io non amo nessuno, nessuno mi ama. 
Mio padre non è tornato, non sono forse più abbastanza piccola per averne il bisogno? 
Eppure ne ho. 
Le giornate sono fredde e uggiose, nessuno può accorgersi del mio corpo, devo nasconderlo sotto troppi abiti, maglioni, sciarpe, felpe e sembra non bastare mai, sento i brividi travolgermi, non riesco neanche a bere, perchè sento troppo freddo.
Sono stanca non ho voglia di fare nulla, la mia presenza a scuola e superflua, non mi va di parlare con nessuno, mi sfamo di presunzione forse ed è questa che fa apparire chiunque troppo poco per me. 
Mi disinteresso ad ogni argomento, non mi importa perchè quella non ha studiato, tanto qualsiasi scusa dirà io non le crederò, penserò che è troppo stupida per studiare o che nn ne aveva voglia. 
Non mi coinvolge la preoccupazione dell'altra del perchè il suo ragazzo non le scrive un messaggio, è ovvio, è disinteressato e tu troppo stupida per accorgertene. 
Mi interessano solo le lezioni e uscita da scuola mi interessa chiudermi in camera mia a studiare o correre in palestra dove mi alleno, depuro il mio corpo, lo scaldo finalmente e poi... poi vedo lui. 
Lui che non può essere il mio principe, lui che mi tiene sempre d'occhio, che viene vicino a me, mi saluta fa il vago e poi mi chiede se per caso non mi sto allenando troppo, me lo chiede timidamente da quando lo ha fatto la prima volta dopo essere usciti insieme e io acida gli ho risposto - Solo perchè siamo usciti insieme ora non devi chiudermi  e farmi la paternale su cosa devo o non devo fare -. 
Lo sento che ha paura di perdere quel po' di interesse che gli ho dimostrato, teme che se fa l'allenatore premuroso io non esca più con lui, pertanto ha smesso ed io oggi pomeriggio l'ho visto. 
Soprattutto lui ha visto me. 
Eravamo nella panchina di un parco, faceva freddo e io tremavo, mi ha abbracciata, io l'ho guardato negli occhi, l'ho visto sorridere e arrossire timidamente. 
- Fallo - ho detto ricambiando quel sorriso.
Mi ha guardata fingendo di non capire il mio invito, sono stata più esplicita allora - Baciami -. 
Mi ha accarezzato il viso, i suoi occhi erano posati sulle mie labbra, è diventato serio e le ha assaporate. Piccoli baci hanno preparato le nostre lingue, che si sn finalmente toccate, sfiorate, abbracciate. 
Il mio corpo tremava ancora mentre assaporavo la sua bocca che sapeva di caffè e fumo. 
- Piccola hai freddo, entriamo in un bar? -. 
Come potevo dire di no? Come potevo entrare in un bar e non mangiare dopo che avevo inventato di essere una che mangia sempre e non ingrassa mai. 
Rispondo - No, andiamo da me, voglio stare con te, da soli -. 
- Sicura? - mi ha detto tra un bacio e una parola. 
Annuisco. 
Arriviamo in casa mia, grande lussuosa, ma vuota, fredda, sembra non viverci nessuno se non fosse per qualche foto qua e la. 
L'unica stanza che sembra essere viva è la mia, li le cose si spostano, le lenzuola si stropicciano, la radio canta, per il resto tutto è in ordine, sempre lo stesso identico ordine, è pulito, così tanto da sembrare un ospedale. 
Non lascio che lui si perda troppo con lo sguardo per casa e lo porto in camera dove facciamo l'amore per la prima volta. 
Ci conosciamo poco, ma i nostri corpi sembrano invece conoscersi da tempo, le mani sanno dove toccare le labbra dove baciare, i muscoli come muoversi. Era buio ma la mia magrezza l'ha avvertita comunque, mi ha stretta a sè come nessuno mai, mi ha abbracciata come se dovesse nascondermi dal mondo e ha commentato - Come sei piccola -. 
Sono stata felice in quel breve attimo, mi sono sentita davvero piccola, il paradosso è sentirsi una bambina mentre fai l'amore.
Non mi sono preoccupata di come potesse giudicare il mio modo di fare, di bruciare le tappe e questo non ha avuto riscossioni negative, non gli ho offerto nulla, l'ho accompagnato alla porta con lo stomaco brontolante. 
Mi ha riempita di baci sullo stipite della porta e nemmeno mezz'ora dopo mi ha mandato un messaggio al quale non ho risposto.
- Ti voglio bene e sto bene con te, ti sento mia -. 
Mi vuole bene? Mah ... e io? io cosa provo. 
Un senso di vuoto che si illude di riempirsi quando sto con lui.
La principessa Deva è vuota e affamata.

lunedì 7 febbraio 2011

sono inciampata anche io

Il mio allenatore sabato sera mi ha portata a cena fuori, ristorante cinese. Non so nemmeno io perchè ho detto di si, me lo ha chiesto con quel sorriso, quel modo così naturale che mi è sfuggito un si.
Il servizio era a buffet, ho preso un piatto minuscolo di riso per cominciare, ho tentato di essere loquace per mangiare il  più lentamente possibile e nella minor quantità, ma lui sembrava osservarmi, continuava a dirmi - Dai assaggia questo, mangia quest'altro -.
Ho preso del sushi e dei gamberetti e infine della frutta.
Poi sono andata in bagno e mi sono liberata di tutto.
Questo non ha importanza, ho permesso al cibo di entrare nel mio corpo, l'ho violentato facendomi vomitare, l'ho curato con due giorni di digiuno, domani riprendo la mia alimentazione minima.
Scusate l'assenza ma sono molto impegnata con la scuola e lo sport.
A presto
La principessa Deva si sta annoiando

giovedì 3 febbraio 2011

riapparsa

Sono tornata, in qst giorni sn scesa ancora, peso 42.7, la perfezione è a due passi, ora sento un po' d'ansia, quasi la paura di farcela, gli sguardi della gente me li sento addosso di continuo, l'unica che non si accorge è mia madre.
Madame Rue non l'ho più vista...
A scuola l'insegnante ha voluto parlarmi in privato, siamo uscite durante l'intervallo in cortile, mi ha chiesto - E' tutto apposto Deva? -.
Ho annuito - Perchè? I miei voti non vanno bene? - ho domandato.
- Assolutamente, anzi, hai la media più alta della tua classe, sei attenta, precisa, veloce... però per il resto tutto bene? -.
Alzo un sopracciglio - Cosa intende per il resto? -.
- A casa? - insiste.
- Perchè vuol saperlo? -.
- Ti vedo molto dimagrita, pallida... sei molto cambiata, in classe ti isoli, stai solo sui libri - ammette.
L'idea di essere osservata mi ha urtata.
- Mi piace studiare c'è qualcosa di male in questo? - chiedo scocciata.
L'insegnante scuote la testa - No, ma ogni tanto potresti anche stare con i tuoi compagni, rilassarti nell'intervallo per esempio -.
La squadro con aria altezzosa - A scuola finisco il lavoro che altrimenti dovrei fare a casa, mi mantengo libera per i miei amici -.
Non sa come reagire con me, deglutisce, cerca di essere delicata per arrivare al punto - Il tuo dimagrimento non è normale -.
- E lei come fa a saperlo? - ribatto.
- Hai il viso smunto, scavato... conosco il problema -.
- Se lo conosce non c'è motivo di parlarne - dico.
- Allora c'è questo problema? Non vuoi affrontarlo? -.
- Non ho nessun problema, ho avuto un'influenza intestinale e poco tempo per mangiare, per me quella malattia è un'offesa alla mia intelligenza, preferirei se non me l'addossasse -.
Finalmente la nomina - L'anoressia, cara - spiega - non appartiene alle stupide -.
- Non mi importa a chi appartiene - la interrompo - sicuramente non ha me -.
Annuisce ancora.
Ritorna sull'argomento famiglia - I tuoi genitori si sono accorti di questo tuo cambiamento? -.
- I miei genitori sono fieri di me, siamo una famiglia unita e felice, ma del resto questo, non è affar suo -.
La mia strafottenza la fa arrossire, abbassa lo sguardo.
- In ogni caso se hai bisogno di qualcosa, la scuola ti verrà sicuramente incontro -.
- Grazie - rispondo priva di gratitudine e svanisco.
Spero che non mi urti ancora, ovviamente non credo che l'anoressia sia stupidità, ma so che è quello che pensano in molti allora mi aggrego alla massa di fronte agli altri, perchè si sa, la massa ha sempre ragione.
Ciao ragazze,
Deva