lunedì 30 maggio 2011

Lui

Non riesco a lasciarlo, non ce la faccio.
Oggi abbiamo avuto un incontro abbastanza straziante, mi fa ancora male la testa.
Ci siamo incontrati fuori dalla palestra.
Lui dolce come sempre mi ha chiesto - Come stai? -.
Io fredda - Bene, tu? -.
Abbiamo iniziato a passeggiare verso il parco.
- Bene, ti sei allenata anche oggi? Lo sai che non devi esagerare, l'ultima volta ...-.
Mi irrito - So badare a me stessa -.
- Non mi sembra - commenta lui, quasi scherzando, mi stringe in vita attirandomi a se - e poi mi piace prendermi cura di te, sei la mia principessa bellissima -.
Abbasso lo sguardo, mi viene da sorridere.
Prova a baciarmi, ma mi scanso - No dai non fare così -.
Lascia la presa su di me - Cosa c'è Deva? -.
Mi porto i capelli dietro l'orecchio, sono nervosa.
- Deve finire tra di noi... c'ho pensato ed è la cosa migliore -, la voce non mi esce convinta quanto vorrei.
Sospira, lo guardo, è bellissimo, è perfetto, anche in quel momento, con il suo sguardo contrariato, la mascella  tesa, le braccia incrociate, il tatuaggio sull'avambraccio teso e muscoloso.
- Perchè? Perchè tutte le volte vuoi scappare -.
Mi mordo le labbra, sempre più nervosa - Non scappo, semplicemente adesso non è il momento per avere una storia -.
- Si certo, devi avere il tempo di distruggerti con le tue mani prima -.
- Io non mi distruggo - replico.
- Ma tu mi ami? - mi chiede.
Ho un tuffo al cuore, non mi dà il tempo di rispondere per fortuna - Tu ami solo lei, Ana, vorrei dire che ami solo te stessa, ma non è cosi, ti odi, ti vuoi fare del male e cacci via tutte le persone che possono amarti dalla tua vita, perchè? -.
Non lo so perchè, non so il perchè di nulla oramai, gli dico - Lasciami stare -.
Voglio andarmene, ma lui mi ferma afferrandomi il braccio - Non merito nemmeno una spiegazione? -.
Scappo e comincio a correre, corro come una furia e non so nemmeno io dove cazzo sto andando, corro, corro senza meta, e sento Lui dietro di me che mi segue, che mi chiama, ma io non lo ascolto, non mi fermo e continuo a correre fino a che non mi reggono le gambe, fino a che non mi ritrovo in un altro parco, mi butto a terra, esausta, i singhiozzi mi bloccano quella poca aria che mi resta.
Si inginocchia anche lui di fronte a me, mi prende il viso tra le mani - Guardami - mi ordina.
Faccio cenno di no con la testa, insiste - Cazzo guardami -.
Lo guardo, ha gli occhi rossi - Lo vuoi capire che io ti amo, che farei qualsiasi cosa per te? Ma non ti posso abbandonare, non me lo puoi chiedere, ti stai uccidendo -.
Prendo un po' d'aria tra un affanno e un singhiozzo - Lo so io cosa è meglio per me - urlo.
Mi afferra l'avambraccio mi alza la manica della felpa scoprendomi i tagli - Questo è meglio per te? -.
Non rispondo.
Mi accarezza il viso - Tu hai bisogno di aiuto e non basto io, ma servo anche io, fatti aiutare ti prego -.
Non rispondo ancora, lo abbraccio.
- Ti amo, ma perchè sei capitato a me? -.
Mi stringe.
- Io non me ne vado più - mi dice e mi sento il cuore caldo, finalmente, ma sento anche un morso allo stomaco, io non lo merito, mi sento colpevole, per le bugie che dovrò dirgli, per il tempo e l'amore che gli sto rubando,ma non so rinunciarci, provo amore per lui, anche se non so mostrarglielo, non so come consegnarglielo, c'è, quest'amore c'è.

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