domenica 5 giugno 2011

panico

E cosi quella demente ha un fidanzato eh, beh ho proprio tanta voglia di rovinarle tutto.
Sono agitata, domani ho l'incontro con la psichiatra.
Lui che dice? - Ma si amore, magari è d'aiuto, non partire prevenuta -.
Sono incazzata nera altro che prevenuta...
Cmq parliamo del sabato sera.
A Lui è venuta la bella idea di portarmi fuori con i suoi amici, io odio socializzare, ma non so perchè, quando me lo ha chiesto ho detto si, forse perchè non avevo una scusa pronta, forse perchè nemmeno mi piacciono le scuse.
Ci troviamo nella piazza principale, noi arriviamo per primi. Lui è bello, fresco di doccia, i capelli e la barba fatti, è vestito con cura, camicia bianca e jeans scuro. Io mi sento inadatta, ho degli short neri che mi stanno un po' grandi, un maglioncino, una felpa, e un paio di stivali senza tacco, mi navigano le gambe dentro, i capelli sono sciolti e chissà perchè c'ho messo un fiocco, guardo troppe foto emo.
Sono agitata ma non glielo dico, lui comincia con i pronostici ottimisti - Ti divertirai, è gente simpatica ecc ...-.
Si ok, infatti l'antipatica sono io penso, ma non dico.
Cominciano ad arrivare le altre persone, cominciano i saluti e le presentazioni, ci sono due coppie e due amiche da sole, ci squadriamo, mi sento rassicurata, sono tutte più grasse di me, però non mi piacciono gli sguardi dubbiosi che mandano a Lui, lo vedo che li ignora, lo vedo che mi fissano critici, pensano che sono una emo deficiente?
Mi sento nervosa, pianto dei mezzi sorrisi falsi e mi presento.
Dovrei stare più vicina a lui per sentirmi rassicurata e invece mi viene automatico allontanarmi, come se dovessi dirgli che non ho bisogno di lui e del suo aiuto, come se dovessi almeno avere un motivo per incazzarmi in futuro.
Cominciano a scherzare tra loro, parlano di cose che non conosco, ci accordiamo per andare a bere in un locale e poi a ballare.
Finalmente siamo di nuovo soli io e Lui, in macchina ci dirigiamo verso il pub.
Lo vedo allegro e sono gelosa, gelosa dell'attenzione che presta ai suoi amici, dell'effetto che gli fanno.
Mi accarezza una coscia - E' tutto apposto amore? -.
Annuisco, mento, sorrido.
- Ci divertiamo stasera -.
Stasera? che vuol dire? le altre volte non ti sei divertito?
Viaggiamo con la musica ad alto volume, ma io non la sento, sento solo una voce dentro di me che mi grida di resistere, di non avere paura.
Ma ho paura, ho le mani fredde e le mie cosce mi sembrano enormi.
Odio i momenti in cui ai semafori ci si affianca la macchina di un suo amico e si parlano dal finestrino e io non so dove guardare, non so cosa dire.
Dov'è Deva? Chi è questa?  Perchè sto scoprendo il panico. Cazzo sono solo persone, che me ne frega cosa pensano, che mi importa?
Arriviamo al locale, scendo dalla macchina e prendo una sigaretta, fumo quelle che si rollano ed ecco il cretino che mi fa - Ti fai le canne? - con un sorrisetto ebete che non fa intendere nè che è una cosa buona nè che è una cosa sbagliata.
- No è tabacco - rispondo.
Bene in questo gruppo non fuma nessuno e ora sono tutti fuori ad aspettare me.
Poi arriva la cretina che si azzarda ad accarezzare la nuca a lui, dopo che Lui gli ha fatto una battuta - Ma come fai a sopportarlo? - mi chiede.
Ok non è davvero una domanda, è una battuta, ma a me non viene da ridere, fingo.
Butto mezza sigaretta cosi entriamo e spero che il casino mi nasconda.
Iniziano le chiacchiere, il locale non mi piace, la musica è commerciale, ed è troppo alta non ci si riesce a sentire quando si parla e io non ho voglia di urlare, comincio a ordinare da bere per rilassarmi, ma non mi rilasso.
Arrivano i commenti su ciò che bevo - Ci vai forte eh -.
Rispondo che lo reggo.
Arrivano i racconti sulle loro ragazzate, fingo interesse.
Arrivano le domande su di me.
Rispondo che scuola faccio.
Poi una alleggerita dall'alcol mi chiede diretta se sono una emo.
Non so perchè ma mi viene da guardare Lui, temo di dire qualcosa che lo metta in imbarazzo.
- A te che ti sembra? - chiedo.
- Quindi ti tagli? - domanda sta cretina ridendo.
- No, mi piacciono i capelli cotonati e il trucco smoke - rispondo apatica.
Mi allontano per andare in bagno.Mi manca l'aria, mi fumo una sigaretta, mi specchio, sono grassa, maledettamente grassa. Voglio andare a casa. Chiamo un taxi.
Prima di tornare al tavolo mi fermo al bancone e ordino un Manhatan, bevo.
Lui mi arriva alle spalle. Sussulto.
- Ehi Deva dov'eri finita? E' tutto ok? - mi chiede.
Mi mordo le labbra, annuisco.
.- Si -.
-Sicura? - mi dice indagando nei miei occhi.
- Non mi piace stare con la gente - ammetto.
- Scusa S non voleva offenderti, è un po' brilla - cerca di sistemare le cose.
- No tranquillo, non sono offesa, vai io ti raggiungo subito, vado un attimo fuori, mi fumo una sigaretta - mi invento.
- Vuoi che venga con te? - si offre.
- No ti prego -.
Annuisce - Okay -.
E' preoccupato, gli sto rovinando la serata, meglio se me ne vado.
Esco prendo aria, fumo, non so stare tra la gente, non è per me e non è mai stato un problema, perchè adesso me ne vergogno? perchè ho paura.
Mi guardo nei vetri delle macchine, sono enorme, voglio coprirmi.
Il taxi dopo dieci minuti arriva per mia botta di culo, salgo e scappo. Il mio cellulare comincia a vibrare insistentemente, evito le chiamate e scrivo un messaggio - scusa non stavo bene sono andata a casa inventati qualcosa per me -. 
Arrivo a casa, corro in camera, mi levo le scarpe e mi nascondo sotto le coperte, nel completo buio e mi sento maledettamente sola e spaventata.
Deva non è più la stessa

2 commenti:

  1. Ciao Deva, ascolta stai attenta dalla psichiatra.
    Alla tua età mia madre mi aveva fatto lo stesso
    scherzetto, se sei minorenne la psichiatra
    ha il permesso legale di raccontare ciò che
    le dici ai tuoi genitori.
    A me aveva detto che avevo il diritto della privacy MA SOTTO I 18 lo dicono solo per
    farti parlare.
    Io mi ero fidata e ciò che le dicevo di me
    lei lo raccontava a mia madre, e poi le
    aveva pure detto che per "guarirmi" doveva
    darmi psicofarmaci.
    Tutto questo l'ho scoperto a 18 anni compiuto,
    quando ho iniziato a sospettare tutto questo
    ai miei danni.
    Mia madre mi metteva pure delle pastiglie caloriche
    in quello che mangiavo per non farmi perdere peso, a 18 anni sono scappata di casa.
    Da allora non hanno più potuto controllarmi
    e gli sta bene se ora soffrono come cani.
    Li odio.
    arte.lsb@live.com

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  2. grazie, per fortuna non mi è mai passato di mente di fidarmi ne dei miei ne degli psichiatri

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